La mia cantina è stata tante cose.
È stata la tavernetta in cui organizzavo le mie epiche feste, è stata la sala prove del mio gruppo e, dal 2008 al 2010, è stato il mio dojo.
Quando ho fondato il dojo non avevo a disposizione i locali in cui insegno ora e tenevo i corsi nella palestra della scuola elementare De Amicis.
Ovviamente l’uso della palestra non era gratuito.
Tutte le mattine, dalle 8.00 alle 12.00 (più i rientri), andavo a insegnare karate ai bambini al posto di educazione motoria. In cambio la preside mi consentiva di adoperare la palestra alla sera per i miei primi corsi.
Io però non avevo un luogo dove allenarmi e in quel periodo dovevo preparare l’esame da Istruttore.
E così, nei ritagli di tempo, scendevo in cantina e mi allenavo.
Mi ricordo ancora l’umidità, le scarpe mangiate dallo strusciare sui mattoni pieni e l’asse di legno su cui appoggiavo il tappetino per poter fare i miei esercizi di riscaldamento.
È stato in quel periodo che ho capito che spazio, tempo e spesso anche soldi sono giustificazioni.
È tutta una questione di priorità e di onestà con se stessi.
Spazio, tempo e soldi sono quelle bugie che alcune persone si dicono (e che alle volte mi sono detto anche io, lo ammetto) per essere in pace con se stesse e non ammettere la verità.
La verità fa male
Prendiamo il karate per esempio
Fa meno male ed è più facile dire: “Vorrei imparare karate, ma non ho lo spazio per allenarmi” o “non ho il tempo” o “costa troppo” piuttosto che ammettere di non essere disposti a prendere un impegno con se stessi e portarlo avanti.
Piuttosto che ammettere di non essere disposti a fare dei sacrifici per imparare qualcosa che ci piace.
O piuttosto che dire: “Sono pigro e preferisco stare sul divano a guardare la tv”.
Soldi, spazio e tempo sono un scarico di responsabilità. E una persona che non è in grado di prendersi le proprie responsabilità non diventerà mai un karateka.
Ma ci sono anche persone per cui spazio, tempo e soldi sono dei problemi reali.
Al contrario delle prime, queste persone non si lagnano, ma cercano soluzioni.
Si allenano dove possono perché qualsiasi luogo può essere un dojo: una camera da letto, un prato, un cortile o una cantina o un garage.
Si allenano nei ritaglio di tempo o alle 5 del mattino o alle 11 di sera. Si allenano nei fine settimana, perché chi vuole fare davvero qualcosa il tempo lo trova sempre ed è disposto a fare dei sacrifici pur di riuscirci.
E sono disposti a fare delle rinunce pur di potare avanti la propria passione (perché diciamoci la verità: 10 o 30 € al mese se si vuole si trovano sempre).
A queste persone rimane solo un problema: cosa faccio per allenarmi? Che percorso devo seguire per imparare?
L’accademia online del Dojo Shin Sui gli dà una risposta.
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p.s. quando mi sono finalmente trasferito nel dojo nuovo allenarmi non è diventato più semplice anzi, alle volte è stato più complicato.
Allenarsi significa sempre uscire dal turbinio della nostra quotidianità, mettere in pausa il mondo per poi rientrarci ed, è questa la cosa più difficile.
Avere un luogo dedicato non semplifica la vita. Bisogna sempre avere la volontà di farlo, la volontà di mantenere l’impegno preso.
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