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Non appena vidi Maddalena entrare nell’area di allenamento capii che sarebbe stata una bella sfida.
Sguardo sempre basso, braccia incrociate, sempre rintanata in un angolo lontano dal gruppo.
Non bisognava essere dei gegni nella lettura del linguaggio corporeo per capire che era una ragazza estremamente timida.
Inoltre aveva una paura blu del contatto.
Oggi Maddalena è una studentessa che pratica paracadutismo e fa la volontaria in croce rossa. Bel cambiamento no?
….vediamo come ho fatto!
Intanto ti rassicuro: ci sono solo due persone, all’inizio, che non hanno paura del contatto: chi viene dagli sport da contatto e i matti.
A nessuno piace rischiare di farsi male. A nessuno piace entrate a stretto contatto con uno sconosciuto, magari sudato e che puzza come un cinghiale a causa di un’ora di allenamento.
Ci sono però dei trucchi che un buon istruttore può usare per farti superare questa paura.
Prima di tutto trova un ambiente tranquillo in cui le persone si sentano a proprio agio e non giudicate. Insomma senza gente montata e fanatici para militari.
Un ambiente disteso e rilassato, magari anche un po’ caciarone dove tutti si sentano sereni e si divertano (esatto, la difesa personale può essere anche divertente).
Un ambiente di questo tipo sicuramente ti aiuterà ad uscire dal guscio e a metterti in gioco.
A questo punto bisogna capire perché hai paura del contatto. E la motivazione non è scontata.
Potresti essere imbarazzato dal dover toccare un estraneo. O a disagio perché viene toccato da un estraneo.
Potresti essere infastidito dall’odore, o dal sudore dei suoi compagni.
Potresti aver paura di far male al tuo compagno.
Oppure potresti aver paura di farti male.
Capire questo è cruciale perché permette all’istruttore di scegliere le metodologie e le strategie migliori per aiutarti ad affrontare e superare questa paura.
Di solito la prima cosa su cui si lavora è l’aspetto tecnico.
Ad esempio, io tendo a proporre come prima cosa degli esercizi basati sul lavoro delle spinte. Non uccidono nessuno e ti fanno abituare a toccare e a essere toccato.
Una volta presa confidenza si passa al lavoro sugli scudi coi focus. Questo ti permette di prendere confidenza nelle tue capacità e possibilità, e di solito ti fa capire che sei in grado di incassare colpi molto forti senza farti male.
Ma la vera arma vincente in queste situazioni è solo una: i giochi.
I giochi sono delle importantissime occasioni di apprendimento perché ti permettono di adoperare varie abilità, di strutturare una strategia e di affinare il tuo spirito di adattamento.
Quando si gioca l’impegno dei partecipanti è sempre massimo perché lo spirito agonistico viene sempre fuori e, senza nemmeno accorgersene, si lavoro costantemente sotto un lieve ma costante stress.
Inoltre permettono di creare un ambiente disteso e di far sentire tutti parte di un gruppo.
I giochi di lotta, i giochi di movimenti, i giochi coi bastoni morbidi e quelli coi focus ti permettono di abituarti gradualmente al contatto in modo divertente e di alzare sempre di più l’asticella.
Un istruttore che sa miscelare correttamente giochi specifici e lavori tecnici ad hoc non solo ti permette di superare la paura del contatto, ma di uscire dal tuo guscio e prendere sicurezza in te stesso e nelle tue possibilità.
Proprio com’è successo a Maddalena

Ps: vuoi provare le metodologie che di cui ti ho parlato? Scrivimi: eugenio@dojoshinsui.com
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