Ecco Perché Le MMA Non Sono Utili Per La Difesa Personale (1ª Parte)

Ecco perché le MMA non servono per la difesa personale

Maiquel Falcão è un fighter professionista di MMA

Questo bel ragazzone sulla destra si chiama Maiquel Falcão e certamente non è un tizio da far arrabbiare (come puoi vedere nella foto qui sotto).

È un fighter professionista di MMA (quello sport brutale e violento dove si combatte in un gabbia praticamente senza regole) e oggi mi darà una mano a spiegarti perché le MMA non siano utili per quanto riguarda la difesa personale e come mai un fighter di MMA non ha assolutamente più possibilità di te, di me o di chiunque altro di cavarsela in un’aggressione in strada.

Nel 2013 questo Maiquel ha fatto lo splendido con una ragazza da un benzinaio. Peccato che la ragazza non fosse lì sola e poco dopo sono intervenuti i suoi amici (e probabilmente il suo fidanzato). Se vuoi sapere com’è andata a finire guarda il video delle telecamere di sorveglianza qui sotto:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=KihkWlNx8sQ&w=560&h=315]

Immagino che quello che hai visto non è quello che ti aspettavi e che a questo punto ti venga naturale farti una domanda:

Com’è possibile che un fighter professionista di MMA, uno abituato a gestire l’adrenalina, la paura, a incassare i colpi e ad essere “cattivo” quando serve, si sia fatto mettere KO da un gruppo di ragazzi dal benzinaio?

Semplice: perché le MMA non studiano il contesto, i metodi di ingaggio, i rituali di sfida e lo scenario in cui si svolge un’aggressione in strada.

Per questo le MMA non ti assicurano di saperti difendere se vieni aggredito in strada.

Ma vediamo di capire meglio questo concetto e soprattutto di analizzare il video per capire meglio cos’è successo e cercare di imparare qualcosa.

Le MMA, per quanto brutali e violente sono uno sport, mettitelo bene in testa

Un po’ di tempo fa ero a Città di Castello per dare l’esame del Master della Sport Performance Specialist.

Manco a farlo apposta, all’esame finale, nel mio gruppo di lavoro capitò le MMA, del quale abbiamo dovuto estrapolare il modello prestato.

Dato che molti del mio gruppo di lavoro non conoscevano bene lo sport in questione ci siamo messi a vedere dei video di qualche match. Al 3° video uno dei ragazzi del mio gruppo esclama:

“Cavolo, sembra un combattimento di strada”

Molti hanno questa convinzione: che le MMA siano simili al combattimento in strada.

Questo è dovuto dalla violenza dei match, ma in realtà le Arti Marziali Miste e le aggressioni in strada hanno veramente poco in comune.

Le MMA sono un sport e questo bisogna sempre tenerlo a mente e ci sono 5 motivi per cui un fighter di MMA non ha più chances di qualunque altra persona di cavarsela in strada:

  1. Come ogni sport anche le MMA, se pur minime, hanno delle regole, queste regole in strada non ci sono. Un aggressore in strada farà di tutto per vincere comprese quelle cose che in un match non sono valide come parlare, distrarre, dare colpi scorretti, usare oggetti contundenti, fare tranelli. Queste cose non fanno parte del bagaglio tecnico di un fighter e questo fa sì che, sotto questo punto di vista, sia vulnerabile come chiunque altro.
  2. Un match di MMA si basa generalmente su 3 round da 5 minuti ciascuno con una pausa di 1 minuto tra ogni round. In questi 3 round gli sfidanti si studiano, provano tattiche, fanno finte… un combattimento in strada ha una durata media tra i 10 ed i 30 secondi dove succede la qualunque e dove bisogna dare il massimo per uscirne. Non c’è tempo di studiare i movimenti dell’avversario, di stendere una strategia e non si può prendere una pausa per recuperare.
  3. Gli incontri vengono preparati, questo vuol dire che quando un fighter entra nella gabbia è psicologicamente pronto a combattere, sa che dovrà combattere e, molto probabilmente, sa anche contro chi lo dovrà fare. Ciò significa che si è allenato, si è preparato psicologicamente e fisicamente, che in quel momento è al massimo della sua forma (o almeno lo dovrebbe essere) e che probabilmente ha anche preparato una strategia specifica basata sulle caratteristiche del suo avversario, che sarà sempre e solo uno. In strada si è aggrediti quando meno ce lo si aspetta e quando si è più vulnerabili, da persone di cui spesso non si sa nulla e, purtroppo, sempre più sovente da gruppi e non da singoli.
  4. Durante l’incontro c’è la presenza di un arbitro che può intervenire nel caso in cui la situazione diventasse troppo pericolosa sospendendo il match. Questo consente anche ad uno dei due contendenti di arrendersi qualora lo volesse. È inutile che ti dica che questo in strada non succede. Uno scontro non si può fermare e non ci si può arrendere.
  5. L’incontro avviene all’interno di una gabbia con una struttura e dimensioni ben precise. In strada si viene aggrediti nei luoghi più disparati: parcheggi, strada, vicoli stretti, macchina, androni delle scale, bagni pubblici, ecc, e per tanto bisogna adattare il proprio modo di difendersi a questi luoghi perché non potrò fare un calcio circolare in un ascensore, così come non potrò lottare a terra sull’asfalto di un parcheggio.

Con questo non voglio dire che chi pratica questo tipo di sport non sia in grado di reagire.

Certamente chi si allena in questo sport è un abile incassatore e sa colpire, sa resistere in situazioni di stress estremo e sa reagire quando è necessario, ma come diceva il caro vecchio Verchoshanskij l’allenamento dev’essere specifico, e essere un pitbull in una gabbia non fa di un fighter un pitbull anche in strada semplicemente perché il suo cervello non è abituato a leggere, decifrare e trovare una soluzione per quella situazione.

Per quanto cruente le MMA (come qualsiasi sport da combattimento) non analizzano il contesto dell’aggressione, non considerano il modus operandi degli aggressori e non studiano situazioni o strategie volte a cercare di ridurre al minimo i danni di un’aggressione in strada.

Ecco perché ai fini della mera difesa personale o auto-protezione sono inutili.

ATTENZIONE! Queste cose non le dico solo io. Nel suo libro “L’arte di combattere senza combattere” Geoff Thompson, fonte decisamente più autorevole di me, dice le stesse identiche cose.

Ciò non toglie, però, che ci siano praticanti di MMA, pugili o thai boxer che in strada hanno gestito la situazione di aggressione egregiamente…perché la differenza, in strada più che mai, non la fa la disciplina, ma la persona e l’atteggiamento mentale.

Nel prossimo post andremo ad analizzare il video e cercheremo di capire cos’è successo, quali sono stati i meccanismi che si sono instaurati in questa aggressione e perché Maiquel Falcão è stato messo ko nonostante la sua esperienza.

P.s.
Se hai qualche idea a riguardo o qualche pensiero sentiti libero di lasciare un commento qui sotto, mi farebbe davvero molto piacere.

Eugenio

Dal 2009 Eugenio Credidio contrabbanda karate autentico ad Alessandria e nel web e insegna a riconoscere, prevenire e combattere la violenza. Oltre al sui dojo di Alessandria gestisce il canale YouTube di karate tradizionale più seguito d'Italia. Ha ideato il metodo di autodifesa Urban Budo che è stato riconosciuto dal CONI nel 2019. Nel 2013 ha pubblicato assieme al Maestro Balzarro, "On the road" per la OM edizioni e, nel 2020, "Passeggiando per la Via - Storia, riti e gesti del karate".

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