Introduzione alle arti marziali
“Ma ve lo siete mai chiesti perché si chiamano arti marziali?”
Tutte queste discipline vengono definite “arti marziali”, ma cosa significa veramente? E perché Arte? È interessante pensare a come associamo la parola “arte” a queste pratiche che, a prima vista, sembrano così lontane dal nostro concetto moderno di arte.
Personalmente, me lo sono chiesto tante volte e oggi voglio condividere con voi le mie riflessioni in questa nuova puntata di Karatepedia.

Il concetto di arte nelle arti marziali

Quando parliamo di arti marziali, spesso ci interroghiamo sul loro legame con l’arte. Ti sei mai chiesto come possiamo associare il “bello”, l'”emozionante” e l'”espressione di sé” a discipline come il karate? È una domanda che mi pongo spesso, considerando la natura brutale e mortale del karate, originariamente concepito per vincere combattimenti per la vita o la morte.
Mi sono chiesto come cavolo facciamo ad affiancare il concetto di bello di emozionante e di espressione di sé a discipline come quelle come il karate.
Molti associano l’arte a qualcosa che emoziona o che rappresenta un’espressione personale profonda. Un artista oggi potrebbe non creare qualcosa di tradizionalmente “bello”, ma qualcosa che comunica con il nostro io interiore. Ma possiamo dire lo stesso per le arti marziali?
Per me, è complicato. Mentre vedo eleganza e fascino nel movimento dei karateka, mi sembra difficile considerare queste discipline alla stregua dell’arte tradizionale. Certo, ci sono momenti spettacolari durante i kata o le esibizioni, ma sono paragonabili alla spettacolarità della ginnastica artistica piuttosto che all’arte nella sua essenza.
Personalmente, trovo difficile affermare che il karate possa esprimere completamente l’interiorità di una persona così come potrebbe fare la musica o la scrittura. Quando suono o scrivo, le emozioni e le sensazioni attivate sono completamente diverse da quelle provate durante la pratica del karate.
Nonostante ciò, ci sono momenti in cui praticare con i miei allievi porta una gioia particolare: quando vedo i loro progressi e partecipiamo ad attività comunitarie. Questi momenti sono emozionanti e meravigliosi ma rimangono distinti dalla mia percezione dell’arte.
Molti dei miei studenti trovano soddisfazione nella pratica delle arti marziali; si sentono scaricati e divertiti, usano queste discipline come un modo per esplorare se stessi un po’ più a fondo. Tuttavia, vederle come forme d’arte nel senso tradizionale rimane complesso per me.
Cos’è l’arte?
Per comprendere appieno il significato del karate e delle arti marziali in generale, è fondamentale fare un passo indietro nel tempo. Se pensiamo agli artisti dell’antichità come Giotto, Leonardo, Michelangelo e Cimabue, ci accorgiamo che, all’epoca, il concetto di ‘artista’ come lo intendiamo oggi non esisteva. Erano considerati artigiani, abili nel loro mestiere, che creavano opere seguendo regole e tecniche precise. Queste opere erano destinate a meravigliare e a travalicare il tempo e le culture.
Se noi andiamo a pescare gli artisti dell’antichità.
L’arte è qualcosa che colpisce indipendentemente dalle nostre conoscenze o competenze in merito. È un passepartout linguistico che riesce a parlare a tutti. Questo concetto si può applicare anche alla musica: una volta era vista come un prodotto commissionato e basato su regole matematiche, ma oggi è spesso un’espressione personale.
Nel contesto delle arti marziali, l’arte era intesa come l’insieme di conoscenze tecniche necessarie per produrre risultati specifici. Da qui nasce il termine ‘arti marziali’, che non ha inizialmente nulla a che vedere con l’espressione personale o spirituale. Studiando le arti marziali si imparavano competenze essenziali per sopravvivere in battaglia.
Con il tempo e i cambiamenti culturali, alle discipline marziali è stato affiancato il termine ‘Do’, trasformando così pratiche come il karate juzu in karate-do o Aiki-do. Questo passaggio ha segnato una transizione verso un approccio più filosofico ed esoterico. Le arti marziali sono diventate non solo tecniche di difesa ma anche percorsi per la scoperta di sé stessi.
L’arte marziale oggi può essere vista come una forma di conoscenza che ci aiuta a comprendere meglio noi stessi e ad affrontare la vita con maggiore consapevolezza.
La vera domanda…
Alla fine della fiera, la vera domanda è: perché pratichiamo?
La risposta può variare. Alcuni potrebbero cercare la difesa personale, altri potrebbero essere attratti dall’agonismo e dalla competizione sportiva. Per me, il vero valore delle arti marziali risiede nella crescita personale, nel confrontarsi con i propri limiti e paure, e nel trovare un modo per affrontare la vita con un atteggiamento più positivo.
Tutto dipende da come decidiamo di praticare e da come il nostro maestro ci guida. È una scelta personale che può portare a percorsi paralleli ma interconnessi: il “jutsu” per la tecnica e il “do” per lo sviluppo interiore.
Spero di aver chiarito qualche dubbio su questo argomento che spesso mi ha fatto riflettere. Come sempre, i miei sono solo spunti di riflessione e non insegnamenti dogmatici. Vi incoraggio a fare le vostre domande personali su cosa significhi per voi praticare arti marziali.
Alcuni potrebbero sentire che il karate sia una vera espressione artistica, ed è fantastico! Questa è solo la mia visione basata sulle mie esperienze.
Ci vediamo o ci sentiamo martedì prossimo su YouTube o Spotify! Grazie per aver seguito questo percorso insieme a me.

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