La scuola dello spirito come l’acqua

La storia dello Shin Sui Ryu inizia intorno al 2008-2009, un periodo di cambiamento nel mio modus operandi e nella mia pratica del karate-Do . Mi resi conto di non essere più allineato con il metodo di insegnamento” tradizionali” (detto alla francese: “a testa bassa e cazzo duro”) , portando ad un’inevitabile separazione con il mio maestro.

Fu proprio la mia curiosità e la voglia di migliorare che mi spinsero a proporre dei cambiamenti. Mi resi conto che l’approccio tradizionale era più pigro che tradizionalista. Era un metodo che si basava su “è sempre stato fatto così”. Questo approccio però, risultava fallimentare quando si cercava di introdurre un novizio al mondo del karate, cercando di appassionarlo all’arte della mano vuota, dandogli magari degli strumenti per cambiare la sua percezione della disciplina marziale. Non parliamo poi dell’insegnamento ai bambini, lì il metodo “tradizionale” fa più danni che altro.

Questa esperienza mi portò a sviluppare una visione nuova e personale del karate, che poi si sarebbe evoluta nello Shin Sui Ryu. Fu un periodo difficile ma fondamentale per il mio sviluppo personale e professionale, spingendomi ad approfondire ulteriormente le mie conoscenze e ad esplorare nuove strade che avrebbero arricchito la mia pratica del karate.

Critica e consigli per i tradizionalisti del Karate

Spesso si considera il karate un’arte immutabile, ma è essenziale riflettere sui suoi limiti e su come adattarsi ai tempi moderni, infatti la tradizione è diacronica mica statica. Un approccio “vecchio stile” rischia di allontanare molte persone che potrebbero trovare nell’arte marziale un arricchimento personale.

Nel corso degli anni, ho iniziato a sviluppare una mia visione del karate, cercando di adattare l’insegnamento alle nuove conoscenze scientifiche e alle esigenze moderne degli allievi. Questo include la comprensione dei tempi di allenamento e recupero, e l’importanza di un allenamento che tenga conto delle esigenze dei bambini e ragazzi di oggi.

Ho iniziato ad avere la consapevolezza che due allenamenti alla settimana non sono sufficienti per garantire il benessere fisico. In ambienti dove l’allenamento è monitorato scientificamente, è evidente che servono più sessioni per raggiungere parametri adeguati di salute e fitness.

Ad esempio, nel Dojo dove ho iniziato, sottovalutavamo l’importanza dell’allenamento aerobico. Ricordo che correre per uno o due minuti era considerato sufficiente per migliorare i nostri parametri metabolici – un’idea che oggi mi sembra ridicola.

La riflessione sui metodi tradizionali mi ha portato a confrontarmi con nuove conoscenze e ad aggiornare il mio approccio all’insegnamento del karate. Credo sia fondamentale adattarsi ai tempi per permettere a più persone possibili di avvicinarsi a questa disciplina meravigliosa.

L’Importanza dell’applicazione pratica nel Karate

Nel percorso di apprendimento del karate, mi sono accorto che l’applicazione pratica delle tecniche è fondamentale quanto l’allenamento a vuoto. Spesso, soprattutto con gli studenti più giovani, ci si concentrava solo sugli esercizi teorici, tralasciando l’aspetto pratico che invece è cruciale.

L’allenamento era spesso svolto senza l’uso di colpitori, concentrandosi solo su kihon e kata. Questo approccio limitava la comprensione reale delle tecniche da parte dei praticanti, che spesso si trovavano a eseguire movimenti senza comprendere appieno il loro scopo.

Per i bambini e i ragazzi in particolare, ma anche per molti adulti, mancava una percezione chiara di cosa stessero realmente facendo. L’applicazione pratica non solo rende l’allenamento più interessante e coinvolgente ma fornisce anche un contesto reale in cui le tecniche possono essere comprese e apprezzate.

Il karate non dovrebbe limitarsi a migliorare il benessere psicofisico attraverso la pratica meditativa o la gestione dello stress. Questi aspetti sono importanti ma c’è molto di più da esplorare per chi pratica questa arte marziale.

Un approccio olistico volto al benessere della persona

Parliamo di come il karate possa contribuire al benessere, inteso come bene dell’essere, non solo fisico ma anche mentale e spirituale. Un approccio olistico al benessere si basa sull’equilibrio tra corpo, mente e spirito. Non basta eccellere in una disciplina come il karate o lo yoga senza considerare altri aspetti essenziali della salute, come la forza fisica e i parametri metabolici.

Immagina, per esempio, una persona che pratica yoga con una dieta vegana non equilibrata: magari trova un grande equilibrio interiore, ma se manca di forza fisica o altri parametri di salute essenziali, non si può dire che sia veramente in benessere.

“Io reputo, e lo dico senza nessun timore, che il karate da solo non sia sufficiente per arrivare a un benessere totale della persona.”

Il karate, pur essendo una disciplina completa e profonda, da solo potrebbe non bastare per raggiungere un benessere totale. È importante integrarlo con metodi moderni e tradizionali che lavorano su tutti gli aspetti dell’essere umano. Ho iniziato a rivedere il mio modo di insegnare karate, cercando di fondere gli insegnamenti tradizionali con pratiche moderne per creare un metodo più completo e coeso.

L’essenza del nostro approccio è integrare le pratiche mentali e fisiche in modo armonioso, riportando l’essere umano più vicino alla sua natura originaria e superando i “mismatch evolutivi” tra ciò che siamo biologicamente e ciò che la società moderna ci chiede di essere.

Perché Shin Sui Ryu?

Nel dojo, l’obiettivo è quello di adattarsi costantemente come l’acqua, seguendo il concetto reso celebre da Bruce Lee: “Be water my friend”.

Lo Shin Sui Ryu, è una filosofia di karate che va oltre le tecniche e le forme tradizionali. È un approccio che abbraccia l’idea di un’arte marziale viva e dinamica, che si adatta ai tempi moderni e alle esigenze individuali di chi la pratica.

Shin Sui Ryu significa “scuola dell’acqua pura”, un nome che evoca immagini di fluidità, adattabilità e trasparenza. Questa filosofia si basa sull’idea che il karate non debba essere statico o rigido. Invece, proprio come l’acqua, deve essere in grado di adattarsi a qualsiasi contenitore o situazione.

Uno degli elementi che rendono lo Shin Sui Ryu uno stile a se stante, è la sua enfasi sull’applicazione pratica. In un mondo dove spesso le arti marziali sono ridotte a spettacoli coreografici o a semplice esercizio fisico, lo Shin Sui Ryu invita i praticanti a mettere in pratica ciò che imparano nel dojo nella vita quotidiana. È una disciplina che incoraggia l’autodifesa reale e l’autosviluppo.

Inoltre, lo Shin Sui Ryu promuove un approccio olistico al benessere. Non si tratta solo di imparare tecniche di combattimento, ma anche di migliorare la propria salute fisica e mentale. Attraverso la meditazione, la respirazione e il movimento consapevole, i praticanti possono raggiungere un equilibrio interno che si riflette anche all’esterno.

Adottare lo Shin Sui Ryu significa anche entrare a far parte di una comunità che valorizza l’apprendimento continuo e il rispetto reciproco. È un’opportunità per crescere non solo come artisti marziali ma anche come individui.

Un Dojo nuovo

Immagina un dojo non solo come un luogo di allenamento fisico, ma un ambiente che abbraccia una filosofia di pratica e insegnamento moderna. L’obiettivo è sviluppare una visione più ampia del karate, andando oltre lo stile tradizionale per abbracciare nuovi approcci.

L’idea è quella di creare una filosofia trasversale che possa essere applicata a diversi stili come il Gojo Ryu, lo Shito Ryu e perfino il jujitsu. Questa visione potrebbe non solo unire scuole diverse, ma anche offrire nuovi modi per integrare il dojo nella vita quotidiana dei praticanti.

Il concetto è semplice: la qualità conta più della quantità. Superare i metodi tradizionali per abbracciare qualcosa che risuoni profondamente con i valori della nostra epoca. È una proposta audace, e lo so che qualcuno potrebbe storcere il naso. Immagina però le ulteriori possibilità di crescita se riuscissimo a creare questo nuovo modello.

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Eugenio

Dal 2009 Eugenio Credidio contrabbanda karate autentico ad Alessandria e nel web e insegna a riconoscere, prevenire e combattere la violenza. Oltre al sui dojo di Alessandria gestisce il canale YouTube di karate tradizionale più seguito d'Italia. Ha ideato il metodo di autodifesa Urban Budo che è stato riconosciuto dal CONI nel 2019. Nel 2013 ha pubblicato assieme al Maestro Balzarro, "On the road" per la OM edizioni e, nel 2020, "Passeggiando per la Via - Storia, riti e gesti del karate".

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