Il Karate rende i bambini violenti?

Molti genitori temono che il karate renda i bambini violenti, ma le cose non stanno così, se mail è il contrario: il karate insegna la via della pace

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Ti sembrerà assurdo, ma la pratica del karate da bambino mi costò qualche amicizia.

Molte mamme non volevano che i loro figli giocassero con me perché praticavo karate e quindi “ero un bambino violento”.

Ovviamente tra queste madri c’erano anche quelle dei mie 3 bulletti che erano dei veri maestri ad apparire come degli angioletti agli occhi di genitori e maestre e per poi mostrarsi per quello che erano quando nessuno li vedeva.

Ormai pensavo che questo fosse un preconcetto superato, ma purtroppo le cose non stanno così.

Sono ancora molti i genitori dei bambini che vogliono praticare karate, che vengono nel nostro dojo per chiedere informazioni e hanno il terrore che il karate farà diventare i loro figli dei violenti picchiatori.

“Ma mio figlio non diventerà violento facendo karate”?

“Io preferirei che facesse judo perché insegna a difendersi mentre il karate insegna ad attaccare!”

“Come può uno sport che insegna a tirare calci e pugni essere adatto a un bambino?”

Cara mamma o caro papà, anche se può sembrare contro intuitivo non ti preoccupare: non c’è niente che incita alla violenza nel karate – do. Anzi facciamo un po’ di chiarezza: il karate – do insegna la via della pace.

Facciamo un paio di distinzioni: karate – do e karate sportivo

I genitori non lo sanno, ma ormai ci sono due tipi di karate: il karate – do e il karate sportivo.

Il karate – do (che io chiamo tradizionale ed è il karate con cui sono cresciuto e che insegno) è un’arte marziale che punta all’educazione dell’uomo.

Il maestro Funakoshi, colui che a tutti gli effetti si può considerare il fondatore del karate – do, sosteneva che il karate sia un percorso che trasforma l’uomo da “bestia” a “essere umano”.

Per fare questo il karate – do insegna l’autocontrollo, l’educazione (meglio la creanza), il rispetto, il valore dell’impegno, la concentrazione, la pazienza e l’ormai famosa resilienza.

Per quanto ci sia una frangia di negazionisti che non lo ammette, attorno agli anni 2000 è nata una seconda corrente di karate, quello che oggi viene chiamato karate sportivo (o karate sport).

Questa è una forma di allenamento del karate volta al solo agonismo, al risultato atletico, e per quanto molti praticanti di karate sportivo aderiscano al credo del karate – do e lo rispettano, alcuni insegnanti non si preoccupano più d’insegnare i precetti del karate tradizionale.

Questo può dar vita a praticanti più esaltati e irrispettosi, che possono avere atteggiamenti più aggressivi. Ma stiamo parlando comunque di una minoranza.

Rinuncia alla violenza, il fondamento del karate – do

  1. Perfeziona il tuo carattere,
  2. Sii sempre al servizio del bene
  3. Rafforza il tuo spirito
  4. Segui la via del rispetto universale
  5. Rinuncia alla violenza 

Queste sono in breve le 5 regole fondamentali che deve seguire un praticante di karate.

Come puoi vedere non c’è nulla che inciti alla violenza, anzi.

Lo scopo del karate è l’equilibrio e la pace.

Non la violenza, l’aggressività, la rabbia o la guerra.

E non è un caso che ogni esercizio del karate inizi con una parata e che le prime tecniche che un praticante di karate impara sono le 4 parate di base.

Lo si fa per sottolineare in ogni momento che la pratica del karate è volta alla difesa di se stessi o degli altri.

La difesa è il fondamento di tutta l’arte.

Non a caso uno dei precetti cardine del karate è: 

“karate ni sente nashi” 

Ovvero: nel karate non si attacca mai per primi.

Educare alla pace tirando pugni e calci?

Chi non conosce il karate – do non riesce a capire come sia possibile educare alla pace bambini e adulti insegnando loro a tirare calci e pungi.

La verità è che il karate gioca a carte scoperte.

Al contrario di altri sport in cui si insegna a fare falli e scorrettezze senza farsi vedere dagli arbitri (insegnano così davvero un comportamento violento, scorretto e aggressivo), il karate considera che in ogni essere umano c’è una parte di aggressività.

E anziché negarla e sopprimerla, dà la possibilità al praticante di incontrarla, di conoscerla e d’imparare a controllarla.

Per far questo il praticante impara – pian, piano – a combattere, ma lo fa sempre nel rispetto assoluto del proprio compagno che è un avversario e non un nemico.

Non ha caso la traduzione di kumite, il termine che si usa per parlare del combattimento, è: incontro di mani, non scontro.

L’avversario così diventa un specchio di noi stessi e ci mette davanti alle nostre paure, alle nostre debolezze, alle nostre incertezze e ci obbliga ad affrontarle.

Col tempo il praticante diventa una persona migliore e capisce che l’aggressività o la rabbia, non sono altro che forme di energie che si possono subire o veicolare in altro di più produttivo.

E così l’aggressività si trasforma in combattività, utile per affrontare le sfide della vita come prepararsi per un compito in classe difficile o lavorare sodo per ottenere grandi risultati.

Un viaggio di scoperta

Il karate – do non ha nulla a che vedere con la violenza o la prevaricazione. Ma è un viaggio di scoperta di se stessi.

Nel karate – do le tecniche e l’allenamento fisico sono un mezzo per scavare dentro di noi, scoprirci, capirci, migliorarci e alle volte anche accettarci.

Il karate è una Via che aiuta i praticanti a diventare degli esseri umani migliori.

E se avessi piacere che tuo figlio provasse a fare qualche passo su questa Via non hai che da farmelo sapere.

Saremo felici di accoglierlo nel nostro dojo, fargli calcare il tatami a piedi nudi e fargli provare questa meravigliosa disciplina.

In questo articolo si è parlato di: Bambini | Karate

Eugenio

Dal 2009 Eugenio Credidio contrabbanda karate autentico ad Alessandria e nel web e insegna a riconoscere, prevenire e combattere la violenza. Oltre al sui dojo di Alessandria gestisce il canale YouTube di karate tradizionale più seguito d'Italia. Ha ideato il metodo di autodifesa Urban Budo che è stato riconosciuto dal CONI nel 2019. Nel 2013 ha pubblicato assieme al Maestro Balzarro, "On the road" per la OM edizioni e, nel 2020, "Passeggiando per la Via - Storia, riti e gesti del karate".

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