Lezioni di Karate: la mano che muore

Se il diavolo si nasconde nei dettagli il karate è una selva di diavoli. 

Ma tra tutti quelli che puoi incontrare durante la tua pratica ce ne sono due particolarmente insidiosi che sussurrano all’orecchio di ogni karateka ogni volta pratica: si chiamano ikite e ikiashi.

Quando si sferra un pugno, un calcio o si fa una parata tutti si concentrano sul braccio o sulla gamba che esegue quella tecnica. Ma pochi danno peso alla mano che, dopo aver eseguito la tecnica, torna al fianco, o al piede che deve essere richiamato.

Possiamo dire che tutti si concentrano sulla parte ying (in in giapponese) e nessuno sulla parte yang (yo in giapponese), e così si perde equilibrio, e con l’equilibrio si perde potenza, e con la potenza efficacia.

Armati di coraggio perché oggi affrontiamo questi due diavoli.

Ps: nel video ho fatto un errore ereditato dalla tradizione. 

Tutti gli insegnanti che ho incontrato hanno sempre tradotto ikite e ikiashi con “la mano che muore” e “il piede che muore”.e shikite (o shinite) e shikiashi (o shiniashi) con “la mano che vive” e “il piede che vive”. 

Nel libro di Funakoshi “Karate Jutsu”, che sto rispolverando in questi giorni, la traduzione viene fatta al contrario quindi:

– Shikite (shinite): mano morente

– Shikiashi (shiniashi): piede morente

– Iikite: mano vivente

– Ikiashi: piede vivente

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Eugenio

Dal 2009 Eugenio Credidio contrabbanda karate autentico ad Alessandria e nel web e insegna a riconoscere, prevenire e combattere la violenza. Oltre al sui dojo di Alessandria gestisce il canale YouTube di karate tradizionale più seguito d'Italia. Ha ideato il metodo di autodifesa Urban Budo che è stato riconosciuto dal CONI nel 2019. Nel 2013 ha pubblicato assieme al Maestro Balzarro, "On the road" per la OM edizioni e, nel 2020, "Passeggiando per la Via - Storia, riti e gesti del karate".

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