Se il diavolo si nasconde nei dettagli il karate è una selva di diavoli.
Ma tra tutti quelli che puoi incontrare durante la tua pratica ce ne sono due particolarmente insidiosi che sussurrano all’orecchio di ogni karateka ogni volta pratica: si chiamano ikite e ikiashi.
Quando si sferra un pugno, un calcio o si fa una parata tutti si concentrano sul braccio o sulla gamba che esegue quella tecnica. Ma pochi danno peso alla mano che, dopo aver eseguito la tecnica, torna al fianco, o al piede che deve essere richiamato.
Possiamo dire che tutti si concentrano sulla parte ying (in in giapponese) e nessuno sulla parte yang (yo in giapponese), e così si perde equilibrio, e con l’equilibrio si perde potenza, e con la potenza efficacia.
Armati di coraggio perché oggi affrontiamo questi due diavoli.
Ps: nel video ho fatto un errore ereditato dalla tradizione.
Tutti gli insegnanti che ho incontrato hanno sempre tradotto ikite e ikiashi con “la mano che muore” e “il piede che muore”.e shikite (o shinite) e shikiashi (o shiniashi) con “la mano che vive” e “il piede che vive”.
Nel libro di Funakoshi “Karate Jutsu”, che sto rispolverando in questi giorni, la traduzione viene fatta al contrario quindi:
– Shikite (shinite): mano morente
– Shikiashi (shiniashi): piede morente
– Iikite: mano vivente
– Ikiashi: piede vivente
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