La mia ribellione nel karate: insegnare ai bambini con passione e scienza

Questa è la storia di come sono stato rinnegato dal mio maestro e di come ho rivoluzionato il karate per i bambini (dopo varie facciate per terra)

Per leggere questo articolo ci vogliono circa 6 minuti. Ecco cosa troverai:

Come sono diventato un rinnegato

Sono state le mie idee sull’insegnamento del karate, in particolare modo sull’insegnamento del karate ai bambini, che mi hanno portato a essere un rinnegato.

Ero un giovane istruttore di 22 anni quando, stretto tra le mani tutto il coraggio che avevo, scrissi al mio primo maestro per dirgli che volevo cambiare le cose.

Mi ero accorto che i bambini con cui ci avevamo a che fare erano cambiati non solo rispetto a quando ero bambino io, ma anche a quelli di 5 anni prima.

Non esisteva più la cultura del cortile, non avevano più la possibilità di giocare liberamente in luoghi protetti e di sviluppare le abilità motorie fondamentali. Già allora moltissimi non riuscivano a fare la capriola e avevano difficoltà a saltare o correre.

Si distraevano con più facilità e avevano alcune difficoltà nel relazionarsi coi loro coetanei.

E poi era difficilissimo farli appassionare alla disciplina che insegnavamo.

Per questo, secondo me, i metodi d’insegnamento che adoperava il mio primo maestro erano sorpassati.

Non era più sufficiente far fare ai bambini un po’ di riscaldamento alle buona e poi fargli fare ore e ore di ripetizioni delle tecniche. Senza spiegargli niente, senza coinvolgerli, ma programmandoli come dei piccoli robot.

Come poteva un approccio di quel genere avvicinare i bambini al karate?

Come poteva farli appassionare a questa meravigliosa arte? O aiutarli a crescere?

Così gli spiegai le mi idee: trovare delle soluzioni divertenti e coinvolgenti, che stimolassero la curiosità dei bambini e li facessero innamorare al karate, aiutandoli al contempo a sviluppare quelle capacità motorie che via via stavano iniziando a perdere.

Il mio maestro mi disse che erano idee inapplicabili e che non aveva alcuna intenzione di cambiare approccio all’insegnamento.

E quindi, con la mia solita cocciutaggine (d’altra parte sono un’ariete) e un po’ di superbia, decisi d’infischiarmene del suo parere e di portare avanti le mie idee. Decisi d’iniziare a percorre la mia strada senza di lui.

“Poco male! Gli farò vedere che si sbaglia. Si ricrederà!” dicevo tra me e me.

E questo bastò ad allontanarmi dal novero dei suoi fedelissimi e a farmi diventare un rinnegato ai suoi occhi e a quelli dei suoi allievi.

Ma non è questa la storia che voglio raccontarti.

L’applicazione delle mie teorie e le difficoltà iniziali

Quando inizia a insegnare karate ai bambini, nel 2009 cominciai ad applicare le mie teorie.

La mia carriera iniziò insegnando karate al posto di educazione motoria ai bambini della scuola elementare De Amicis.

Oltre 500 bambini. Un bel banco di prova per le mie teorie.

E, per quanto mi costi ammetterlo, purtroppo il mio primo maestro non aveva del tutto torto.

Le soluzioni che proponevo facevano scambiare il karate per un gioco e spesso, quando si doveva passare all’insegnamento della parte tecnica, era quasi impossibile tener l’attenzione dei miei piccoli allievi e riuscire a ottenere dei risultati.

Inoltre il mio stile d’insegnamento era un problema: volevo essere un amico dei miei allievi, ma loro non avevano bisogno di un amico, ma di un maestro. 

“Magari accadeva perché erano bambini obbligati a seguire le tue lezioni e non perché erano bambini genuinamente interessati al karate” potresti pensare tu.

Purtroppo no, il copione si ripeteva anche coi bambini che seguivo nei corsi pomeridiani. Non a caso, nessuno di quei bambini ha continuato a praticare karate negli anni.

La trasformazione dei bambini e le sfide dell’insegnamento

E intanto la situazione generale peggiorava.

Erano sempre di più i bambini che arrivavano in palestra a digiuno di esperienze motorie, con grandi difficoltà nel muoversi e in forte sovrappeso.

Bambini che erano devi veri e propri assi dello schermo ma che faticavano a fare movimenti elementari, ad allacciarsi le scarpe e a relazionarsi con gli altri nel mondo reale.

Bambini che faticavano a tenere l’attenzione per più di 5 minuti o a gestire un insuccesso.

La società stava cambiando profondamente e con lei i bambini e le sfide che questi dovevano affrontare.

Maleducazione, arroganza, mancanza di rispetto per il prossimo, violenza, bullismo, egoismo, intolleranza.

Essere bambini era (ed è) molto diverso rispetto a quando ero stato bambino io.

Questo iniziò a generare in me una grande preoccupazione perché i bambini sono il nostro futuro e quello che vedevo mi spaventava molto.

Il percorso di studio e la creazione di Karate Kidz Academy

Quindi, sempre convinto della bontà delle mie idee e del fatto che i bambini avessero bisogno di un luogo protetto dove non solo imparare a muoversi e poter crescere in modo sano, ma anche dove poter diventare degli adulti migliori un domani, iniziai a sgobbare per migliorare e dare una forma concreta alle mie idee.

Come prima cosa inizia a studiare come un matto perché, per la mia esperienza, i corsi di formazione da insegnante di arti marziali sono per lo più lacunosi e superati.

Iniziai a studiare e ad approfondire la didattica per i bambini e ad approfondire le scienze motorie applicate all’età giovanile.

Presi alcune certificazioni, tra qui quella di specialista in allenamento giovanile dell’ISEC.

E poi continuai a provare, sperimentare, sbagliare, segnarmi quello che non andava e riprovare.

E tra errori, fallimenti, aggiustamenti, finalmente quello che venne fuori fu Karate Kidz Academy.

La missione di Karate Kidz Academy

Karate Kidz Academy non è un corso di karate per bambini, ma è un percorso formativo pensato per aiutare i bambini di oggi a crescere. Sia sotto il punto di vista fisico che umano.

In Karate Kidz Academy io e i miei collaboratori usiamo le scienze motorie per aiutare i bambini a svilupparsi e crescere in modo armonioso.

Attraverso una serie di test valutiamo in che fase di crescita è ogni bambino, così possiamo ideare degli allenamenti che rispettino appieno le loro necessità e che non li danneggino.

In questo modo, seguendo i dettami della scienza dell’allenamento giovanile, possiamo dar vita a degli allenamenti che diano loro i giusti stimoli per favorire lo sviluppo di un fisico sano e forte e li possiamo aiutare a sviluppare le capacità motorie fondamentali.

Inoltre, attraverso il karate, possiamo insegnare ai bambini:

  • Il rispetto per se stessi e per gli altri, compresi i propri avversari, 
  • Che il successo richiede impegno, costanza e tenacia,
  • Che sbagliare è importante perché solo sbagliando si può imparare,
  • Che ognuno di noi è importante e può fare la differenza,
  • L’educazione e la creanza

Tutti valori che contribuiscono a formare dei giovani samurai che un giorno possano andare in giro per il mondo e migliorarlo.

Karate Kidz Academy è il mio, anzi il nostro piccolo contributo per aiutare i bambini a crescere dando loro strumenti utili per affrontare le sfide che la vita gli metterà davanti. Così da creare, domani, una società migliore. 

E a oggi, dopo 13 anni, posso dirlo: maestro, avevo ragione io.

Che soddisfazione!

In questo articolo si è parlato di: Bambini | Karate

Eugenio

Dal 2009 Eugenio Credidio contrabbanda karate autentico ad Alessandria e nel web e insegna a riconoscere, prevenire e combattere la violenza. Oltre al sui dojo di Alessandria gestisce il canale YouTube di karate tradizionale più seguito d'Italia. Ha ideato il metodo di autodifesa Urban Budo che è stato riconosciuto dal CONI nel 2019. Nel 2013 ha pubblicato assieme al Maestro Balzarro, "On the road" per la OM edizioni e, nel 2020, "Passeggiando per la Via - Storia, riti e gesti del karate".

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