Tutto è iniziato quando, cercando una foto per un amico, mi sono imbattuto in una scatola piena di vecchie fotografie di quando ero ancora un giovane karateka, una cintura marrone agli albori della sua formazione. Tra queste, una foto allo stage di Gaeta con il maestro Scutaro mi ha colpito particolarmente, scatenando un’ondata di nostalgia e riflessioni profonde su perché avevo iniziato e perché ho continuato.
Oggi ti racconto di come ho scoperto il karate e perché ho deciso di farne la mia vita.
L’origine del mio cammino nel karate
Ricordo ancora il piccolo Eugenio, un bambino non proprio sicuro di sé, che a scuola veniva continuamente preso in giro. Ero quel tipo di bambino che, per sfuggire ai bulli, è stato iscritto a karate dalla madre. Ma, oh sorpresa, mi ritrovai in un corso di Aikido, non era quello che volevo. Dopo un anno di noia e qualche altro dispiacere, mio fratello maggiore scoprì un corso di karate per bambini nella stessa palestra. Non appena entrai in quel dojo, sentii che ero nel posto giusto: un ambiente dove venivo accettato e valorizzato per il mio impegno, non per le mie capacità iniziali.
Il karate, una famiglia oltre lo sport
Il karate non era solo uno sport: era un ambiente che promuoveva l’accettazione e il sostegno reciproco. Per un bambino con l’autostima ai minimi storici, trovare un luogo dove era trattato come gli altri, dove il suo valore non dipendeva dalla sua abilità ma dal suo impegno, fu rivoluzionario.
Insegnare per passare il testimone
Questo ambiente di sostegno e accettazione mi ha spinto a voler insegnare. Ho capito che il karate poteva offrire a molti altri quello che aveva offerto a me: un luogo sicuro per crescere, per essere se stessi, per imparare non solo a difendersi fisicamente, ma a costruire una forza interiore.
Il dojo come luogo di crescita
Oggi, dopo anni di pratica e insegnamento, il dojo per me rappresenta più di un luogo in cui praticare sport. È un ambiente in cui le persone possono venire per essere migliori, per lavorare su se stesse e per trovare una comunità che le supporta, indipendentemente dal loro livello di partenza.
Conclusioni
Ripensare alle origini del mio percorso nel karate mi ha fatto capire quanto sia importante la passione autentica in quello che facciamo. Mi ha ricordato che, nonostante le sfide e le difficoltà, il motivo per cui continuo a insegnare e a praticare è per dare agli altri la stessa opportunità che mi è stata data: quella di trasformarsi e crescere attraverso questa pratica.
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