Ricordo come se fosse ieri il momento in cui ho inciampato per la prima volta sul Dojo Kun.
Non era l’era digitale di oggi, dove ogni informazione è a portata di click. Era un tempo in cui trovare saggezza richiedeva più di una semplice ricerca su Google.
Ero giovane e affamato di conoscenza, e fu durante uno stage con il maestro Kenneth Funakoshi, il pronipote del leggendario Gichin Funakoshi, che sentii per la prima volta queste regole recitate ad alta voce.
La mia ignoranza iniziale su cosa fossero queste parole fu imbarazzante, ma stimolante. Questo incidente mi spinse a scavare più a fondo, a imparare non solo le parole, ma il loro profondo significato.
La prima regola: migliora il carattere
La prima regola del Dojo Kun è un invito a lavorare su se stessi prima ancora di affinare le tecniche di combattimento. “Migliora il carattere” è un comandamento che va oltre la pratica fisica; è una chiamata a migliorare come individuo, a evolvere oltre i limiti del proprio ego. Nel karate, ogni vittoria o sconfitta diventa uno specchio del nostro interiore, offrendoci costanti opportunità di crescita personale.
La seconda regola: servi il Bene
“Essere sempre al servizio del bene” può suonare come un ideale elevato, ma nel contesto del karate, dove si impara a esercitare un potere significativo sugli altri, questa regola diventa un principio etico fondamentale. Non è solo una guida per come comportarsi in dojo, ma un invito a portare positività e supporto nel mondo.
La terza regola: perfeziona instancabilmente il tuo spirito
Il karate è tanto una disciplina mentale quanto fisica. “Il karate è la via per perfezionare il tuo spirito” ci ricorda che la vera sfida è contro i nostri limiti personali. L’allenamento non è solo fisico, ma una continua sfida interiore, un invito a non arrendersi mai, a perseverare nonostante le difficoltà.
La quarta regola: rispetto universale
La parola giapponese “rei” che troviamo in questa regola va oltre il semplice rispetto; è un concetto che comprende la creanza, l’educazione e l’umanità. Imparare il karate è imparare a vivere con integrità, rispettando ogni individuo e l’ambiente che ci circonda, riconoscendo il nostro posto nel mondo.
La quinta regola: rinuncia alla Violenza
Infine, la più paradossale delle regole per un’arte marziale: “Rinuncia alla violenza”. Il karate insegna a combattere, sì, ma più profondamente insegna quando non farlo. Attraverso la pratica, impariamo il peso e le conseguenze della violenza, scegliendo la pace e la prevenzione come nostri veri alleati.
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