Alcuni kata hanno nel loro nome l’indicazione di come vanno eseguiti. Enpi è uno di questi.
Volo di rondine.
Portai questo kata all’esame da secondo dan e, insieme a Gankaku, è uno dei miei kata preferiti.
In Enpi il karateka diventa aria, diventa brezza, diventa una rondine, che guizza e saetta nel cielo con eleganza e rapidità.
Il nome originario di questo kata era Wanshu, forse perché creato dal un famoso maestro di Okinawa: Suppashi Wanshu. Il nome poi venne modificato probabilmente da Funakoshi.
È un kata caratterizzato da brevi e repentine esplosioni cinetiche seguite poi da movimenti più dolci e calmi.
Il suo marchio di fabbrica è l’age tsuki, un pugno particolare che parte dal fianco seguendo una traiettoria ascendente, simile proprio a una rodine che spicca verso il cielo. Pugno che ormai, in gara, è stato sostituito da un semplice gyaku tsuki jodan, perché più rapido e più pulito.
Ma questa non è l’unica modifica che è stata fatta a Enpi nel settore agonistico.
Il kakete dopo l’age tsuki spesso si trasforma in un movimento vuoto e senza significato. Il cosa dachi viene fatto poco profondo per rendere più rapido il passaggio al kokutsu dachi – gedan barai e dove il piede dovrebbe strisciare spesso batte il pavimento.
Modifiche che forse rendono il kata più spettacolare, ma che ne stravolgono il significato tecnico.
Altro aspetto per cui è conosciuto Enpi è per il suo salto finale, il primo salto complicato che affronta il karateka nel suo percorso di studi, e che lo rende un kata particolarmente apprezzato in ambito agonistico.
Ma a me, quello che rapisce il cuore, sono i delicati teisho uke finali che ricordano i movimenti tranquilli delle rondini quando pacifiche perlustrano il cielo al tramonto.
È un kata caratterizzato da continui cambi di tempo, che richiede equilibrio, senso del ritmo e un grande controllo dell’anca.
Le persone più mature spesso non lo amano perché richiede delle buone capacità di forza esplosiva, ma credo che il fulcro di questo kata non stia nella rapidità dell’esecuzione, che è soggettiva, quanto nell’imparare a giocare con il ritmo e con le altezze.
Enpi è un kata ci chiede di guardare la natura e d’imparare da lei.
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