Qualche giorno fa Mike mi ha fatto questa domanda: la corda server a migliorare il fiato?
Avevo già riposto in una puntata di Karatepedia, ma dato che è una domanda che spalanca un vaso di pandora, ho deciso di prendermi un po’ di tempo per rispondere con calma e in modo dettagliato. Perché qui si va a sbattere il muso su convinzioni errate che molti di noi si portano dietro.
Quando si parla di allenamento, spesso ci troviamo di fronte a convinzioni radicate e potenzialmente errate.
La domanda che dovremmo farci in realtà è: se il mezzo – in questo caso la corda – sia più importante del metodo utilizzato nell’allenamento. La risposta alla sua domanda è “dipende”. Dipende da molti fattori legati all’allenamento metabolico e a cosa si intende esattamente per “fiato”.
Mike ha formulato una domanda che, sebbene imprecisa nella sua definizione del termine “fiato”, ci invita a riflettere su come definiamo l’efficacia dell’allenamento metabolico sul corpo. L’approccio scientifico è fondamentale per evitare di cadere in trappole metodologiche comuni.

La corda serve per migliorare il fiato? La risposta corretta è dipende perché ci sono troppi fattori che richiamano questa domanda.
Sfatare i miti dell’allenamento
In questo articolo, voglio affrontare un tema che spesso genera molta confusione: i miti dell’allenamento. Non è colpa vostra, né di Mike, Pippo, Gianni, o del vostro insegnante. Il problema è che spesso ci troviamo immersi in un’infodemia di informazioni obsolete e mal costruite in cui percorsi di formazione antiquati continuano a essere proposti.
Viviamo in un ambiente sportivo e fitness dove la tradizione spesso domina: si continua a fare ciò che si è sempre fatto perché “ha sempre funzionato”. Tuttavia, non possiamo essere certi dell’efficacia di questi metodi tradizionali. C’è anche la questione dei trend: ciò che si vede sui social media può generare più interesse rispetto a contenuti più riflessivi e informativi.
“L’allenamento massacrante spesso non è allenante anzi controproducente e molte metodologie di allenamento che vengono proposte sono addirittura controproducenti.”
Se vogliamo davvero comprendere la differenza tra mezzi e metodi nell’allenamento, dobbiamo fermarci e fare chiarezza. Non possiamo limitarci a seguire ciecamente i mezzi – gli attrezzi come kettlebell, TRX o tapis roulant – perché questi sono solo strumenti.
Ho avuto una discussione con un amico su questo tema: spesso ci fissiamo sui mezzi piuttosto che sui metodi. Ma sono i metodi a decretare il successo o il fallimento dell’allenamento, non gli attrezzi.
Per migliorare le nostre capacità condizionali o coordinative, dobbiamo scegliere il metodo giusto e capire il “perché” dietro quella scelta.
Il metodo di allenamento: struttura e verificabilità
Nel mondo dell’allenamento, spesso ci si concentra troppo sui mezzi, trascurando l’importanza di un metodo solido. Negli ultimi quindici anni, la comunicazione e il marketing nel settore del fitness e degli sport da combattimento si sono basati sui mezzi, come TRX, kettlebell e maschere per l’allenamento in alta quota. Tuttavia, questi strumenti sono solo mezzi al servizio di un metodo di allenamento ben strutturato.
Un’analogia utile è quella della cucina: il coltello o l’affettatrice sono solo strumenti che facilitano il taglio della zucchina, ma non determinano la bontà del piatto finale. Allo stesso modo, nell’allenamento, non è lo strumento che fa la differenza, ma come viene usato all’interno di un metodo ben definito.
Gli strumenti sono inutili senza un giusto metodo.
Cos’è un metodo di allenamento?
Un metodo di allenamento è una struttura che permette di raggiungere risultati specifici. Non è sufficiente dire “si è sempre fatto così”; deve avere un target preciso. Ad esempio, allenare la forza dinamica massima con una metodologia specifica può avere effetti anche sulla forza massima; tuttavia, se l’obiettivo principale è migliorare quest’ultima, allora bisogna adottare un metodo differente.
Verificabilità del metodo
Un buon metodo deve basarsi su basi scientifiche ed essere verificabile. La verificabilità significa che i risultati dell’allenamento devono essere stati misurati con dati e numeri concreti piuttosto che su sensazioni soggettive.
Durante il processo di allenamento si devono registrare i parametri iniziali e finali per verificare se ci sono stati miglioramenti. Se i parametri non cambiano, potrebbe essere colpa di fattori esterni al metodo stesso; tuttavia, il metodo dovrebbe funzionare su chiunque lo applichi correttamente.
Il successo del metodo dipende dal fatto che rispetti verità scientifiche biologiche e fisiologiche; quindi dovrebbe funzionare su tutti in modo simile, anche se potrebbero esserci variazioni a seconda delle circostanze individuali.
Scegliere un mezzo adatto al proprio fine
Quando si tratta di allenamento, la scelta del mezzo giusto è cruciale, ma deve essere l’ultima fase del processo decisionale. Prima di tutto, è fondamentale decidere quali capacità vuoi allenare. Ad esempio, puoi concentrarti su capacità metaboliche come il VO2max o la potenza di recupero.
Perché scegliere un determinato mezzo? Può dipendere da test che indicano carenze o da esigenze di salute. Per chi pratica sport come il karate, alcune capacità metaboliche sono essenziali per la performance.
Una volta stabilito cosa vuoi allenare e perché, si passa alla scelta del metodo. Il VO2max, ad esempio, può essere allenato con ripetute alla velocità aerobica massima (VAM) o con metodi continui variati che alternano intensità diverse.
Solo dopo aver scelto la metodologia giusta puoi pensare al mezzo da utilizzare. È qui che entra in gioco l’arte dell’allenatore: capire quale metodo offre i risultati migliori e scegliere un mezzo che sia comodo e disponibile.
Il mezzo è solo e soltanto l’ultima scelta e non determina l’efficacia dell’allenamento.
Per esempio, se scegli di allenare il VO2max con la corda, devi assicurarti che sia efficace per il tuo scopo. Potresti avere bisogno di attrezzature come un cardiofrequenzimetro per monitorare i progressi.
In sintesi, non basta scegliere strumenti come kettlebell o corde perché sono popolari; senza un metodo solido alla base, i risultati non sono garantiti. È importante avere un obiettivo chiaro e monitorare i progressi con parametri precisi piuttosto che affidarsi a sensazioni soggettive.

Conclusioni finali

Strutturare un allenamento non è mai facile, spesso si cade nella trappola che debba essere massacrante per essere efficace o vice versa, ma non è così. È importante approcciare l’allenamento con un metodo solido e un ragionamento critico. Questo permette di adattare gli esercizi alle esigenze specifiche, evitando di cadere nelle trappole del marketing o delle soluzioni facili che promettono risultati rapidi ma inefficaci.
L’allenamento non è una cosa semplice. Lo so che non vi vogliono far capire questa cosa e soprattutto che vogliono farvi credere che se non è massacrante non è allenante.
Un buon programma di allenamento parte dalla comprensione dei propri obiettivi, delle proprie capacità e delle risorse disponibili. Spesso si sottovaluta l’importanza di testare e valutare l’efficienza fisica attraverso parametri come forza, agilità ed equilibrio per identificare le aree da migliorare.
È fondamentale scegliere i metodi giusti in base alle proprie condizioni, alle attrezzature disponibili e ai propri obbiettivi, tenendo sempre in mente che il metodo governa il mezzo e non viceversa. L’approccio all’allenamento deve essere personalizzato, considerando le peculiarità di ciascun individuo.
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