Hojo Undo, ha senso allenarsi come nel ‘900?

L’Allenamento Tradizionale del Karate vs Approccio Moderno: Ha Ancora Senso lo Hojo Undo?

Hojo Undo significa esercizi supplementari e usare questi strumenti costituisce la chiave per sviluppare la devastante potenza delle tecniche del Karate senza tale allenamento non si possono raggiungere gli alti livelli di forza necessari per una pratica costante della disciplina

Questa è la sinossi che ho trovato online sul sito dell’edizione Mediterranea dell’arte del Hojo Undo di Michael Clark.

Oggi parliamo di allenamento tradizionale del karate di Okinawa e dell’allenamento moderno. Cerchiamo di capire se nel 2023 ha ancora senso fare lo Hojo Undo. Ma se mi conosci già, saprai la mia risposta. Vabbè, niente spoiler.

L’esperienza personale con lo Hojo Undo

Non l’ho mai praticato perché ho visto parecchi video era una cosa che mi incuriosiva molto lo Hojo Undo e vedendoli mi sono convinto che non lo voglio praticare e ci sto lontano come sto lontano dalla peste

Prima di entrare nel vivo della discussione sullo Hojo Undo, voglio essere molto chiaro su un punto: non l’ho mai praticato personalmente.

E no, non è che non ne ho avuto l’occasione. La verità è che dopo aver visto molti video su questa pratica, ho fatto una scelta consapevole di starne alla larga. Era qualcosa che all’inizio mi incuriosiva molto, ma più guardavo, più mi convincevo che non faceva per me.

Per chi non lo sapesse, lo Hojo Undo è un insieme di esercizi supplementari tradizionali del karate di Okinawa. Questi esercizi prevedono l’uso di attrezzi molto particolari che venivano usati dai maestri di un tempo. Parliamo di:

  • Vasi pieni d’acqua da sollevare
  • Bastoni di varie dimensioni
  • Il famoso makiwahara (tavola per colpire)
  • Kettlebell fatte di cemento
  • Zoccoli appesantiti da indossare durante gli allenamenti

Questi strumenti non sono casuali. Rappresentano i metodi di preparazione atletica tipici della fine dell’800 e dell’inizio del ‘900 a Okinawa. In quel periodo e in quel contesto, questi erano gli strumenti disponibili per rafforzare il corpo.

Oggi, alcuni stili di karate continuano a mantenere vive queste pratiche. In particolare, nel Goju Ryu lo Hojo Undo è ancora considerato una parte fondamentale dell’allenamento tradizionale.

Ma qui sta il punto che voglio sottolineare: siamo nel 2023, non nel 1900. Il mio approccio è sempre stato basato sui dati e sui risultati concreti. Prima di dedicare tempo ed energia a una pratica, voglio vedere prove della sua efficacia, non solo sentire racconti basati su sensazioni personali.

Quando si tratta di metodi di allenamento, credo fermamente che dovremmo chiederci: “Funziona davvero? Ci sono dati che lo dimostrano?”. E questo è esattamente ciò che faremo in questa discussione sullo Hojo Undo – esaminare criticamente se questi metodi tradizionali hanno ancora un posto nell’allenamento moderno del karate.

Cos’è lo Hojo Undo: definizione e caratteristiche

hojo undo appunto significa esercizi supplementari ed è una pratica tradizionale un pochinoweese diciamo di allenamento negli anni 90 si sarebbe detto di potenziamento ovvero una serie di esercizi fatti con alcuni attrezzi tradizionali

Lo Hojo Undo è un termine che letteralmente significa “esercizi supplementari”. Si tratta di una pratica tradizionale di allenamento che arriva da Okinawa. Negli anni ’90, l’avremmo chiamata semplicemente “potenziamento muscolare”.

Questa pratica consiste in una serie di esercizi che si fanno con attrezzi tradizionali specifici. Tra questi troviamo:

  • Vasi da acqua
  • Bastoni
  • Makiwahara (tavola per colpire)
  • Kettlebell fatte di cemento
  • Zoccoli appesantiti

Tutti questi strumenti servono per fare una preparazione atletica. È importante capire che questa era la preparazione atletica possibile a fine ‘800 e inizi ‘900, quando queste tecniche sono nate e si sono sviluppate.

Ad oggi, ci sono ancora molti insegnanti che usano queste pratiche. In particolare, sembra che nel Goju Ryu e nello Shito Ryu questa tradizione sia ancora molto viva. Alcuni maestri portano questi attrezzi anche agli stage di allenamento.

Ci sono praticanti che vedono lo Hojo Undo come la parte più “cazzuta” dell’allenamento, il top della pratica sportiva. Lo considerano fondamentale per sviluppare la forza e la potenza necessarie nel karate tradizionale.

Devo ammettere che personalmente non ho mai praticato lo Hojo Undo. L’ho studiato attraverso video e materiale disponibile, ma quello che ho visto mi ha convinto a non praticarlo. Mi tengo lontano da questo tipo di allenamento come mi terrei lontano “dalla peste o da un raffreddore molto pesante”.

La mia posizione, comunque, non è definitiva. Sono assolutamente disposto a ricredermi, ma solo di fronte a dati concreti. Non mi bastano sensazioni soggettive come “mi sento più forte” o “la potenza è aumentata”. Servono dati misurabili, perché quando parliamo di allenamento e scienze motorie, le impressioni personali non sono sufficienti.

Nel mondo moderno dell’allenamento, abbiamo a disposizione metodi basati su evidenze scientifiche. Lo Hojo Undo, pur avendo un grande valore storico e culturale, manca di quella base scientifica che oggi consideriamo essenziale per un allenamento efficace e sicuro.

I principi dell’allenamento moderno

L’allenamento Intanto deve essere prescritto esattamente come un farmaco o una cura deve essere prescritto non dovrebbe esserci un allenamento uguale per tutti perché ognuno di noi è una persona differente e ha necessità e caratteristiche differenti

Quando parliamo di allenamento moderno, dobbiamo partire da un concetto fondamentale: l’allenamento deve essere prescritto esattamente come un farmaco o una cura medica. Non può e non deve esistere un allenamento uguale per tutti.

Perché? Semplice: ognuno di noi è una persona diversa, con necessità e caratteristiche differenti. Queste differenze dipendono dalla nostra storia personale, dalla nostra biologia, dai nostri geni e da tutta una serie di caratteristiche uniche e irripetibili. In teoria, quindi, ciascuno dovrebbe avere un percorso di allenamento personalizzato che lo rispetti al 100%.

Questo è il primo grande principio dell’allenamento moderno, ed è proprio qui che lo Hojo Undo mostra i suoi limiti. Quando vedo praticanti che tirano calci con zoccoli rinforzati “perché così il calcio diventa più forte”, o che fanno esercizi “simil-funzionali” senza inserirli in una programmazione strutturata, inizio a storcere il naso.

Il problema è che in questi approcci tradizionali spesso l’unica variabile considerata è la ripetizione, senza alcuna personalizzazione. Non c’è una base scientifica dietro, non c’è una periodizzazione, non c’è una metodologia di pratica che si allinei con gli studi moderni di scienze motorie.

Molti di questi lavori tradizionali hanno certamente un’efficacia, ma non quella che si spera o si crede. Danno benefici diversi rispetto a quelli che vengono propagandati, e tutto il ritorno di questo tipo di lavoro si riduce a sensazioni soggettive come “mi sento meglio”, “mi sento più forte”, “mi sento più prestante”.

Ma signori miei, questo non basta! Ci mancano le basi, ci mancano i dati oggettivi.

Un allenamento moderno e scientifico dovrebbe seguire un processo ben preciso:

  1. Prima di tutto, misurare le capacità iniziali della persona
  2. Sulla base di questi dati, prescrivere un allenamento personalizzato
  3. Monitorare i progressi con misurazioni oggettive
  4. Adattare continuamente l’allenamento in base ai risultati

Questo è l’approccio che segue la scienza moderna dell’allenamento, ed è l’unico modo per garantire risultati reali e misurabili, non basati su semplici sensazioni.

Sono assolutamente disposto a ricredermi sullo Hojo Undo, ma solo di fronte a dati concreti, non a sensazioni soggettive. Perché quando parliamo di allenamento e scienze motorie, le impressioni personali non sono sufficienti – servono dati misurabili.

Ad oggi, pensare che lo Hojo Undo sia la pratica per eccellenza per la preparazione atletica nel karate, soprattutto se fatta da amatori o tradizionalisti, e che senza questa pratica non si possa raggiungere un grado adeguato di forza, mi sembra davvero anacronistico.

Certo, può essere interessante studiare lo Hojo Undo dal punto di vista storico e culturale, e alcuni dei suoi attrezzi, come i vasi d’acqua, possono essere interessanti. Ma praticarlo nel 2023 come metodo principale di allenamento? Questo mi sembra di corte vedute, soprattutto alla luce di tutto ciò che sappiamo oggi sull’allenamento efficace.

L’Allenamento Moderno: principi e metodologie

Potrebbe essere interessante studiare cos’era lo Hojo Undo e potrebbe anche esserci qualcosa di valido da analizzare. Ma praticarlo nel 2023 mi sembra un po’ anacronistico e, più che sciocco (non è il termine che voglio usare), direi “di corte vedute”.

Da quello che ho visto, lo Hojo Undo è una sorta di allenamento funzionale. Ci sta che venga studiato e ha anche attrezzi interessanti come i vasi d’acqua. Però, pensare oggi che sia la pratica per eccellenza per la preparazione atletica nel karate, soprattutto se fatta da amatori o tradizionalisti, e credere che senza questa pratica non si possa mai raggiungere un adeguato livello di forza, mi sembra davvero fuori tempo.

Il problema principale è che non c’è una base scientifica dietro questa metodologia. Non c’è periodizzazione, non c’è una metodologia strutturata di pratica. O meglio, c’è una metodologia che però va a scontrarsi con tutto ciò che gli studi moderni di scienze motorie ci insegnano sulla preparazione atletica sportiva o semplicemente sulla preparazione fisica per il benessere.

Quando vedo persone tirare calci con zoccoli rinforzati “perché così il calcio diventa più forte”, o fare una serie di esercizi simil-funzionali senza inserirli in una programmazione strutturata, inizio a storcere il naso. E quando scopro che l’unica variabile è la ripetizione, senza personalizzazione, mi preoccupo ancora di più.

Buona parte di quei lavori hanno sì un’efficacia, ma non quella sperata. Offrono benefici diversi rispetto a quelli che si crede. E tutto il feedback su questo tipo di lavoro è soggettivo: “mi sento meglio”, “mi sento più forte”, “mi sento più prestante”.

No, mettiamo un punto, andiamo a capo e ragioniamoci un attimo sopra. Ci mancano proprio le basi.

L’allenamento quando parliamo di allenamento Intanto deve essere prescritto esattamente come un farmaco o una cura deve essere prescritto non dovrebbe esserci un allenamento uguale per tutti perché ognuno di noi è una persona differente

L’allenamento deve essere prescritto esattamente come un farmaco o una cura. Non dovrebbe esistere un allenamento uguale per tutti, perché ognuno di noi è una persona differente, con necessità e caratteristiche uniche basate su:

  • La propria storia pregressa
  • La propria biologia
  • I propri geni
  • Una serie di caratteristiche uniche e irripetibili

In teoria, ognuno dovrebbe avere un percorso di allenamento personalizzato che lo rispetti al 100%. Ovviamente, in un contesto di gruppo come quello del karate tradizionale, questo è difficile da realizzare. Ma almeno i principi base dell’allenamento moderno dovrebbero essere rispettati.

Quando parliamo di allenamento moderno, parliamo di un processo che segue questi passaggi:

  1. Misurazione iniziale: prima di prescrivere qualsiasi tipo di allenamento, dobbiamo sapere da dove partiamo
  2. Analisi dei dati: comprendiamo le caratteristiche specifiche della persona
  3. Prescrizione personalizzata: creiamo un programma su misura
  4. Nuova misurazione: verifichiamo i risultati con dati oggettivi, non sensazioni

Questo approccio scientifico è completamente assente nello Hojo Undo tradizionale, dove spesso si applica lo stesso identico metodo a tutti, indipendentemente dalle loro caratteristiche individuali.

Non sto dicendo che lo Hojo Undo non abbia valore storico o culturale. Sto dicendo che, se vogliamo veramente migliorare le nostre prestazioni fisiche, abbiamo a disposizione metodi molto più efficaci, sicuri e scientificamente provati.

Adesso usiamo la testa non solo per prendere botte, ma anche per pensare criticamente a come allenarci meglio, rispettando la nostra individualità e sfruttando le conoscenze che la scienza dell’allenamento ci mette a disposizione nel 2023.

Critica allo Hojo Undo: efficacia e scientificità

Quando parliamo di allenamento moderno, ci sono principi fondamentali che non possiamo ignorare. L’allenamento dovrebbe essere prescritto esattamente come un farmaco o una cura medica. Non dovrebbe esistere un allenamento uguale per tutti, perché ognuno di noi è una persona differente, con caratteristiche uniche basate sulla propria storia, biologia e genetica.

In teoria, ognuno dovrebbe avere un percorso di allenamento personalizzato al 100%. Ovviamente, in un contesto di gruppo come quello del karate tradizionale, questo è difficile da realizzare. Ma si può comunque ottenere una buona approssimazione lavorando con certi parametri fondamentali.

Il processo scientifico dell’allenamento

Per prescrivere correttamente un allenamento, bisogna seguire un processo scientifico:

  1. Misurare – Esattamente come un medico che prima di prescrivere una cura fa degli esami
  2. Analizzare i dati – Studiare i risultati dei test
  3. Fare una diagnosi – Capire cosa serve alla persona
  4. Prescrivere – Creare un allenamento specifico basato sui dati raccolti
  5. Verificare – Dopo un periodo, fare nuovi test per vedere se l’allenamento ha funzionato

Questo è il percorso che le moderne scienze motorie suggeriscono e che dovrebbe essere seguito ovunque. Purtroppo, soprattutto nel settore degli sport da combattimento, questo approccio viene spesso ignorato perché mancano le basi scientifiche.

Flessibilità dell’approccio scientifico

Questo processo può essere applicato sia a gruppi che a singoli individui. Ovviamente, con il singolo si ottiene un livello di precisione maggiore. Si può fare con strumenti costosi o con strumenti a costo zero. Più gli strumenti sono sofisticati, più l’analisi e la prescrizione dell’allenamento saranno precise. Meno sofisticati sono gli strumenti (ad esempio, usando solo esercizi a corpo libero), meno precisa sarà l’analisi, ma comunque si potranno ottenere dati di verifica utili.

Una volta fatti i test e analizzati i risultati, si possono scegliere metodi e mezzi di allenamento. Si decide cosa allenare in base alle caratteristiche individuali: può essere l’aspetto metabolico (il “fiato”), la forza (che si declina in forza massima, esplosiva, reattiva, dinamico-massima), la flessibilità o la mobilità. Ma queste scelte possono essere fatte solo in base ai risultati dei test.

Lo Hojo Undo non rispetta i principi scientifici

Andare a tirare i malgari con lo zoccolo appesantito non aiuta a sviluppare la potenza del calcio ci sono Fior Fior di studi che lo possono dimostrare

Lo Hojo Undo non rispetta questi parametri scientifici. È sicuramente qualcosa di interessante che viene dal Giappone e ci affascina, e può valere la pena studiarlo. Contiene certamente degli aspetti interessanti che potrebbero essere inseriti in un programma di allenamento moderno, ma il tutto andrebbe filtrato attraverso una lente scientifica.

Il problema è che nel 2023 non dovremmo allenarci come si facevano nel 1800 o nel 1900. Se continuiamo a praticare lo Hojo Undo, non è perché sia davvero la metodologia più efficace, ma solo perché siamo affascinati dalla tradizione orientale. Spesso pensiamo che se una pratica viene dal Giappone, allora debba essere valida a priori, ma non è così.

L’ironia della situazione

Trovo personalmente contraddittorio che noi occidentali, i “padrini” del metodo scientifico sperimentale, che possiamo avvalerci di metodologie moderne e validate di allenamento, scegliamo di fare delle forme di pratica che non hanno nessuna base scientifica e che spesso possono essere controproducenti.

Un esempio concreto: usare lo zoccolo appesantito per i calci non aiuta a sviluppare la potenza del calcio. Ci sono numerosi studi scientifici che lo dimostrano. Eppure, questa pratica continua ad essere promossa in alcuni ambienti tradizionali.

Lo Hojo Undo può avere un valore storico e culturale, ma se l’obiettivo è migliorare realmente le proprie prestazioni fisiche, abbiamo a disposizione metodi molto più efficaci, sicuri e scientificamente provati. È tempo di usare la testa non solo per prendere colpi, ma anche per pensare criticamente a come allenarci meglio, rispettando la nostra individualità e sfruttando le conoscenze che la scienza dell’allenamento ci mette a disposizione nel 2023.

Critica allo Hojo Undo nel contesto moderno

Quando parliamo di allenamento moderno, dobbiamo partire da un principio fondamentale: l’allenamento deve essere prescritto esattamente come un farmaco o una cura medica. Non dovrebbe esistere un allenamento uguale per tutti, perché ognuno di noi è una persona differente, con necessità e caratteristiche uniche.

Il problema principale dello Hojo Undo è proprio questo: manca di una base scientifica. Non c’è periodizzazione, non c’è una metodologia strutturata che si allinei con gli studi moderni di scienze motorie.

Andare a tirare i malgari con lo zoccolo appesantito non aiuta a sviluppare la potenza del calcio, ci sono fior fior di studi che lo possono dimostrare, così come non lo aiuta a farlo con i pesetti alle caviglie o i pesetti ai polsi per quanto riguarda i pugni

Quando vedo praticanti che tirano calci con zoccoli rinforzati “perché così il calcio diventa più forte”, o che fanno esercizi “simil-funzionali” senza inserirli in una programmazione strutturata, non posso fare a meno di storcere il naso. In questi approcci tradizionali spesso l’unica variabile considerata è la ripetizione, senza alcuna personalizzazione.

La mancanza di misurazione oggettiva

Un allenamento scientifico segue un processo ben preciso:

  1. Misurazione iniziale: prima di prescrivere qualsiasi tipo di allenamento, dobbiamo sapere da dove partiamo
  2. Analisi dei dati: comprendiamo le caratteristiche specifiche della persona
  3. Prescrizione personalizzata: creiamo un programma su misura
  4. Nuova misurazione: verifichiamo i risultati con dati oggettivi, non sensazioni

Questo è il percorso che le moderne scienze motorie suggeriscono e dovrebbe essere quello che si fa ovunque. Purtroppo, soprattutto nel settore degli sport da combattimento, si tende a non seguire questo approccio perché mancano le basi.

Si può fare meglio anche con pochi mezzi

Si può applicare un approccio scientifico sia con gruppi che con singoli individui. Ovviamente con il singolo avremo un livello di precisione maggiore. Si può fare con strumenti molto costosi o con strumenti a costo zero. Più gli strumenti sono sofisticati, più l’analisi e la prescrizione dell’allenamento saranno precise. Anche con strumenti semplici e esercizi a corpo libero, comunque, possiamo ottenere dati di verifica utili.

Una volta raccolti i dati, possiamo scegliere cosa allenare:

  • L’aspetto metabolico (quello che volgarmente viene chiamato “fiato”)
  • La forza (che si declina in forza massima, esplosiva, reattiva, dinamico-massima)
  • La flessibilità o la mobilità (che sono due cose diverse)

Queste scelte si basano sui risultati dei test, non su tradizioni o credenze.

Lo Hojo Undo nel 2023: anacronistico?

Lo Hojo Undo non rispetta questi parametri. È sicuramente qualcosa di interessante che viene dal Giappone e che ci affascina. Vale la pena studiarlo e contiene certamente aspetti interessanti che potrebbero essere inseriti in un programma moderno. Ma il tutto andrebbe filtrato attraverso una lente scientifica.

Non possiamo allenarci come si faceva nel 1800 o nel 1900 quando siamo nel 2023. Il punto è che spesso pratichiamo lo Hojo Undo non perché sia davvero la forma di allenamento migliore o più efficace, ma solo perché siamo affascinati dalla tradizione orientale. Abbiamo questa tendenza a pensare che “se lo fanno i giapponesi, allora è valido a priori” – ma non è così.

Trovo personalmente contraddittorio che noi occidentali, padrini del metodo sperimentale e scientifico, che possiamo avvalerci di metodologie moderne e validate di allenamento, andiamo a praticare forme di allenamento che non hanno basi scientifiche e che spesso possono essere controproducenti.

Esempi concreti di pratiche controverse

Prendiamo ad esempio la pratica di tirare calci con zoccoli appesantiti. Questa tecnica, che fa parte dello Hojo Undo tradizionale, non aiuta realmente a sviluppare la potenza del calcio. Ci sono numerosi studi scientifici che lo dimostrano. Lo stesso vale per l’uso di pesetti alle caviglie per i calci o ai polsi per i pugni.

Queste pratiche non solo sono inefficaci per gli scopi dichiarati, ma possono anche portare a problemi biomeccanici e infortuni nel lungo periodo.

Un approccio equilibrato

Non sto dicendo che lo Hojo Undo sia completamente da scartare. Ha un valore storico e culturale indiscutibile. Alcuni dei suoi attrezzi e concetti potrebbero essere interessanti se integrati in un programma di allenamento moderno e scientificamente fondato.

Quello che suggerisco è di filtrare queste pratiche tradizionali attraverso le conoscenze attuali, utilizzando ciò che funziona e scartando ciò che è inefficace o potenzialmente dannoso. L’allenamento dovrebbe evolvere insieme alle nostre conoscenze, non rimanere ancorato a pratiche del passato solo per rispetto della tradizione.

Usiamo la testa non solo per prendere colpi, ma anche per pensare criticamente a come allenarci meglio, rispettando la nostra individualità e sfruttando le conoscenze che la scienza dell’allenamento ci mette a disposizione nel 2023.

Conclusione: verso un approccio scientifico

Credo che ad oggi anche l’allenamento dovrebbe essere approcciato nella maniera più corretta che è quella che la scienza Ci consiglia che sicuramente è migliorabile ma quantomeno ci sono dei dati e c’è un qualcosa che ci dice se realmente quello che stiamo facendo ha degli effetti positivi oppure no

Lo Hojo Undo può avere aspetti interessanti, ma non possiamo ignorare che siamo nel 2023, non nel 1900. Ci sono attrezzi che ricordano kettlebell, clubbell e altri strumenti moderni. Potremmo dire che è una forma antica di allenamento funzionale.

Ma se vogliamo davvero migliorare, perché non usare strumenti moderni invece di quelli antichi? Ho dato un’occhiata ai prezzi degli attrezzi per Hojo Undo – costano tanto quanto kettlebell e altri attrezzi moderni. A quel punto, perché scegliere maniglie di cemento quando posso avere una kettlebell con cui fare molti più esercizi?

Quello che potrebbe essere davvero utile è analizzare gli esercizi proposti dallo Hojo Undo e inserirli nel giusto contesto. Alcuni sono esercizi di equilibrio, altri sono più specifici e simulano il gesto tecnico. Prendiamoli, inseriamoli nel posto giusto, ma alleniamoli come si fa oggi, non come si faceva nel 1910.

Abbiamo alle spalle un’intera tradizione scientifica dell’allenamento che è preziosa e non dovrebbe essere ignorata. Questa conoscenza può davvero aiutarci a migliorare in modo efficace e sicuro.

Trovo sinceramente anacronistico nel 2023 approcciarsi a pratiche di allenamento superate. Credo sia arrivato il momento di fare meglio, di avere un approccio più scientifico all’allenamento.

Così come oggi non andiamo in giro con le locomotive a carbone o con le prime automobili con la leva di avviamento, allo stesso modo non dovremmo allenarci come facevano gli uomini forzuti dei circhi della Belle Époque.

L’allenamento moderno dovrebbe essere approcciato nel modo più corretto, quello che la scienza ci suggerisce. È un approccio certamente migliorabile, ma almeno ci offre dati concreti e ci dice se quello che stiamo facendo ha realmente effetti positivi oppure no. E questo, secondo me, è fondamentale.

Vi aspetto martedì prossimo con una sorpresa. Nel frattempo, allenatevi bene! Se volete contattarmi, potete farlo tramite il canale Telegram (t.me/karateAnywhere) o via email (eugenio@dojoy.com).

Come sempre, vi auguro buona pratica. Ricordatevi che la più grande forma di pirateria oggi è la condivisione della conoscenza. A martedì prossimo!

Per altri contenuti gratuiti, visitate www.dojosynsui.com.

Un approccio integrato: tradizione e scienza

Potrebbe essere una cosa interessante un’analisi degli allenamenti degli esercizi proposti dall’Hojo Undo e andarli a inserire nel giusto scompartimento e andarli a prendere quando possono essere utili

Abbiamo visto che lo Hojo Undo ha dei limiti evidenti, soprattutto se confrontato con i metodi di allenamento moderni. Ma questo non significa che dobbiamo buttare via tutto. C’è un modo più intelligente di guardare alla questione.

Analizzare e categorizzare gli esercizi tradizionali

Per quello che ho visto e studiato, lo Hojo Undo ha in realtà degli aspetti interessanti. Ci sono attrezzi che ricordano le clubbell, altri che assomigliano alle kettlebell, e altri ancora che sono simili ai water-type o alle slash ball. Possiamo dire che è una forma antica di allenamento funzionale.

Gli esercizi dello Hojo Undo possono essere divisi in categorie:

  • Esercizi di Balance: focalizzati sul controllo dell’equilibrio
  • Esercizi Special: movimenti che ricordano il gesto tecnico e vengono fatti per migliorare il controllo del movimento

L’idea è quella di prendere questi esercizi, analizzarli, e inserirli nel giusto “scompartimento”. Possiamo usarli quando sono davvero utili, non solo perché “si è sempre fatto così”.

Strumenti moderni vs strumenti antichi

Se vogliamo inserire questi tipi di esercizi in una pratica moderna, credo sia più intelligente usare strumenti moderni e non quelli antichi. Ho dato un’occhiata a un sito che vende materiale per lo Hojo Undo e, sorpresa: costano tanto quanto le kettlebell, le clubbell, i water-bag e così via.

A questo punto, invece di avere maniglie di cemento, preferisco prendermi una kettlebell con cui posso fare tante altre cose. È una questione di praticità e versatilità.

Allenarsi secondo i principi moderni

Non ha senso allenarsi come si faceva nel 1910. Oggi abbiamo tutta una tradizione scientifica alle spalle per quanto riguarda l’allenamento, che a parer mio è sacrosanta e non andrebbe ignorata.

Il punto non è rifiutare completamente lo Hojo Undo, ma aggiornarlo. Prendiamo gli esercizi tradizionali e alleniamoli come vanno allenati oggi, seguendo i principi dell’allenamento moderno:

  1. Misurazione iniziale delle capacità
  2. Personalizzazione in base alle caratteristiche individuali
  3. Progressione graduale e periodizzazione
  4. Verifica dei risultati con dati oggettivi

Il valore della tradizione e della scienza insieme

Ci piace lo Hojo Undo probabilmente perché ci fa sentire dei “veri samurai”, ci mette in quella dimensione mistica che affascina molti praticanti di arti marziali. Per l’amor del cielo, ci può anche stare! Ma a patto che venga inserito nel giusto contesto: quello delle attività che facciamo perché ci piacciono, non necessariamente perché ci danno un reale guadagno sotto il punto di vista della performance fisica e della salute.

Quando vedo alcune pratiche durante gli stage, con insegnanti che propongono esercizi basati solo sulla tradizione senza alcun fondamento scientifico, preferisco non partecipare. Alcune di queste pratiche non sono positive e, ripeto, trovo sciocco nel 2023 approcciarsi a questo tipo di allenamento senza un filtro critico.

Verso un approccio più scientifico

Credo che sia arrivato il momento di fare molto meglio, di avere un approccio più scientifico all’allenamento nel karate. Così come oggi non usiamo più le locomotive a carbone per viaggiare, dovremmo anche aggiornare i nostri metodi di allenamento.

Non si tratta di rinnegare la tradizione, ma di farla evolvere, integrandola con le conoscenze scientifiche attuali. Solo così potremo ottenere il massimo beneficio sia dal punto di vista della performance che della salute.

L’approccio integrato che propongo è semplice: rispettare la tradizione, studiarne i principi, ma applicarli con metodi moderni e scientificamente validati. È un equilibrio che può portarci al meglio di entrambi i mondi: la saggezza della tradizione e l’efficacia della scienza moderna.

L’evoluzione necessaria nell’allenamento del karate

Credo che ad oggi anche l’allenamento dovrebbe essere approcciato nella maniera più corretta che è quella che la scienza ci consiglia, che sicuramente è migliorabile ma quantomeno ci sono dei dati e c’è un qualcosa che ci dice se realmente quello che stiamo facendo ha degli effetti positivi oppure no

Nel 2023, non possiamo più permetterci di allenarci come si faceva un secolo fa. Così come non andiamo in giro con le prime automobili a leva o con le locomotive a carbone, non dovremmo nemmeno allenarci come facevano gli uomini forzuti dei circhi della Belle Époque.

L’allenamento del karate, come ogni altra disciplina sportiva, deve evolversi e abbracciare un approccio scientifico. Non si tratta di rinnegare la tradizione, ma di migliorarla attraverso le conoscenze che abbiamo acquisito negli ultimi decenni.

La scienza dell’allenamento ci offre oggi strumenti preziosi che non possiamo ignorare. Ci permette di misurare, verificare e ottimizzare i nostri metodi di allenamento. Anche se non è perfetta e sicuramente migliorabile, ci dà qualcosa di fondamentale: dati concreti che ci dicono se quello che stiamo facendo ha realmente effetti positivi oppure no.

Questo è il vero valore aggiunto: la possibilità di sapere con certezza se stiamo migliorando o se stiamo solo perdendo tempo con pratiche inefficaci o addirittura dannose.

Come sempre, vi auguro buona pratica. Ricordatevi che la più grande forma di pirateria oggi è la condivisione della conoscenza. A martedì prossimo!

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Eugenio

Dal 2009 Eugenio Credidio contrabbanda karate autentico ad Alessandria e nel web e insegna a riconoscere, prevenire e combattere la violenza. Oltre al sui dojo di Alessandria gestisce il canale YouTube di karate tradizionale più seguito d'Italia. Ha ideato il metodo di autodifesa Urban Budo che è stato riconosciuto dal CONI nel 2019. Nel 2013 ha pubblicato assieme al Maestro Balzarro, "On the road" per la OM edizioni e, nel 2020, "Passeggiando per la Via - Storia, riti e gesti del karate".

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