Nel precedente post abbiamo parlato dell’aggressione subita da Maiquel Falcão, lottatore professionista di MMA, in una stazione di rifornimento e del perché praticare MMA non ti garantisca di essere in grado di difenderti in strada (se hai perso il post precedente puoi leggerlo cliccando qui).
Oggi invece andremo ad analizzare brevemente il video dell’aggressione subita da Maiquel per cercare di capire com’è nata, quali sono state le dinamiche in gioco e per cercare di imparare da quello che è successo e avere qualche possibilità di cavarcela nel caso in cui succedesse a noi qualcosa di simile.
ATTENZIONE: questa breve analisi non vuole significare “se fossi stato io al suo posto avrei fatto meglio”. È sempre facile commentare ed analizzare video di situazioni che non si vivono in prima persona perché non si ha niente da perdere e si vede il tutto a sangue freddo ed in modo distaccato.
Quest’analisi vuole solo cercare di dare a chi, come te, legge questo post, la possibilità di imparare dagli errori altrui per evitare di commetterli qualora ci si trovasse in una situazione simile.
L’aggressione è iniziata per un motivo veramente becero: un’atto di violenza da parte di Maiquel su una ragazza che forse non ha risposto come lui sperava ad una sua avance. Forse sembrerò eccessivo ma sì: dare uno schiaffo ad una ragazza è un atto di violenza gratuito e, per come sono andate le cose, penso che Maiquel non lo farà più.
Quello che interessa realmente a noi sono due aspetti:
- Gli attimi prima dell’aggressione;
- Quello che è successo fuori dal benzinaio.
Gli attimi prima dell’aggressione
Dopo la violenza la ragazza va a chiamare i suoi amici e probabilmente il suo fidanzato.
Il ragazzo non arriva solo ma accompagnato da un amico che lo spalleggia subito e da un 3° ragazzo che gli sta poco dietro.
La prima cosa che devi notare è la prossemica, ovvero la distanza dei corpi.
I 2 ragazzi si avvicinano molto ma Maiquel questa distanza è quella dell’amore o dell’odio (si dice così in teatro ?) e a questa distanza possono succedere solo due cose: o ci si bacia, cosa poco probabile in questo contesto, o ci si picchia.
È una distanza molto pericolosa perché è molto corta. Qui non si può studiare una strategia, studiare l’avversario e giocarsela, qui si entra subito nel corpo a corpo e si è decisamente lontani da quella che è la distanza di sicurezza.
Osserva poi la postura dei 2 ragazzi in maglietta bianca: petto in fuori, spalle larghe, viso proteso in avanti e ovviamente guardo fisso negli occhi: il rituale di sfida è iniziato, il primo che abbasserà lo sguardo a questo punto, anche solo per un attimo, è quello che dichiarerà di avere paura ed è quello che riceverà il primo colpo.
Questo è quello che succede in genere con questo tipo di rituale di sfida ma qui le cose vanno in modo leggermente diverso.
Come ha fatto notare su Facebook il mio amico Daniele, Maiquel viene distratto e come? Con il dialogo.
Il dialogo è un’arma potentissima in strada. Non solo permette di distrarre l’avversario ma anche di fargli calare l’attenzione, di farlo sentire a proprio agio o di trargli dei tranelli.
Per queste ragioni io dedico sempre parecchie ore, nei programmi di difesa personale che sviluppo, allo studio del dialogo.
Spesso quando si parla di difesa personale si parla solo di tecnica. Si cercano le tecniche efficaci, effettive e brutali, ma in strada la sola tecnica non basta ci sono tanti aspetti da considerare e l’utilizzo e la gestione del dialogo è certamente una di queste.
Ti può sembrare eccessivo ma uno studio ha dimostrato che anche se pratichi arti marziali il dialogo può essere destabilizzante se non lo sai gestire (avevo analizzato questo studio in un articolo precedente che puoi rileggere qui).
Il lottatore di MMA è così concentrato sul ragazzo in maglietta bianca che gli sta parlando di fronte a lui, che non si preoccupa minimamente di controllare cosa fa quello alla sua sinistra, ed infatti che assesterà il primo colpo, ovviamente al viso, il bersaglio più cercato in strada.
Subito dopo il primo colpo parte la rissa e interviene immediatamente il secondo amico con la maglia nera.
Vorrei che notassi ora lo stile di combattimento, non solo degli aggressori ma anche del fighter di MMA.
Come vedi le distanze sono molto corte, sono quelle del corpo a corpo e i pugni che vengono tirati sono sporchi, caotici, io amo definirli “isterici” nel senso che le persone coinvolte nella rissa si iniziano a colpire più volte che possono ma senza curarsi di dove portano i colpi e di come li portano e questo lo fa anche Maiquel Falcão, nonostante la sua supremazia tecnica.
In ogni caso tra la sua abilità ad incassare, l’intervento dell’amico e dei presenti Maiquel se la riesce a cavare all’interno del negozio…il vero problema è fuori.
Quello che succede fuori dal benzinaio
Qui è il puro caos!
Il fighter viene aspettato fuori, dove il gruppo può lavorare meglio e gli viene teso quello che, dal video sembra un vero e proprio agguato.
Maiquel all’inizio riesce a tenera a bada uno degli aggressori (anche qui lasciando da parte le sue abilità tecniche) ma la dinamica del branco ha la meglio.
Infatti, mentre cerca di gestire l’aggressore con la maglietta nera, non nota il compagno di questo armato di un’asse di legno che lo colpisce sfruttando la sua disattenzione.
A questo punto il video salta ad una fase di calma apparente dove sembra che Maiquel stia riuscendo ad andarsene. Ma purtroppo, come ho già detto più volte, in strada non ci sono regole, e sfruttando questo attimo di calma e di distrazione gli aggressori attaccano nuovamente Maiquel che questa volta non riesce a reagire e va lungo per terra.
La cosa più brutta da vedere è come, nonostante ormai il fighter sia KO, gli aggressori continuino a colpirlo ripetutamente a terra.
Quella che ha vissuto Maiquel, purtroppo, è una dinamica normale in strada.
Non ci sono eroi, non ci sono vincitori, non ci sono medaglie o trofei, solo una lunga prognosi in ospedale e le beghe legali.
Per questo motivo è importante, più di ogni altra cosa, studiare e diventare abili nella prevenzione e nell’uso del dialogo e della difesa verbale: per evitare fino all’ultimo di trovarsi in situazioni del genere.