È da parecchio tempo che si sa ma tutti hanno fatto finta di niente e hanno guardato dall’altra parte; è più comodo tenere le cose come stanno piuttosto che dire la verità.
È almeno dal 1985 che si è consapevoli che le cose sono ben diverse da quelle che ti hanno detto e che molti, pediatri compresi, ti continuano a propinare, ma ciononostante si è continuato a fare come se nulla fosse, a dare informazioni errate e a propinarlo come lo sport panacea di tutti i mali, che fa bene a chiunque, adatto alla crescita, alla pubertà, alla mezza età e alla senilità, a chi ha problemi di schiena, a chi deve rinforzare i muscoli, a chi deve migliorare la coordinazione, a chi si deve rilassare a chi deve dimagrire, a chi deve far fiato e chi più ne ha più ne metta…
Hai capito di che sport sto parlando? Esatto! Del nuoto!
Già nel 1985 uno studio fatto dal dottor Dott. Craig Sharp, allora co-direttore l’Human Motor Perfornance Laboratory di Birmingham volto a classificare gli sport in base al loro grado di completezza casso il nuoto tra il 4° e l’ultimo posto (a seconda delle distanze di cui si parlava) e ciononostante si fece finta di niente, non ci si pose nessuna domanda e si continuò a spacciarlo come sport estremamente completo e particolarmente consigliato per la crescita dei più piccoli.
Le cose però sono iniziate a cambiare dal 2013, quando proprio lo studio di uno scienziato Italiano ha rimesso le carte sul tavolo ed ha evidenziato di nuovo le lacune di questo bellissimo sport che però, mi dispiace, non è il più adatto ad un organismo in crescita.
La ricerca pubblicata dal fisiatra dell’Ischio Fabio Zaina e dai suoi colleghi nel 2013 dal titolo:
“Swimming is not a scoliosis treatment: a controlled cross-sectional survey”
che dimostra infatti che il nuoto non solo non rinforza la schiena, ma la danneggia.
La ricerca di Zaina evidenzia che la maggior parte dei nuotatori presenta delle asimmetrie del tronco più accentuate , oltre ad essere ipercifotici. Questo porta ad una frequenza maggiore di dorsi curvi e mal di schiena.
Bisogna considerare poi altri 2 problemi associati al nuoto che spesso non si considerano e possono essere deleteri a lungo andare.
Il primo è l’ambiente in cui si pratica il nuoto ovvero la piscina.
Questo è un ambiente ricco di umidità portata da acqua carica di cloro, possiamo dire malsano ( o quantomeno non ideale per dei polmoni in via di sviluppo), in cui, per quanto l’attenzione sia alta da parte dei gestori del centro, le condizioni igienico-sanitarie non possono essere sempre ai massimi livelli.
Il secondo problema, molto più importante, è che il nuoto è uno sport praticato in scarico.
Questo sport, infatti, viene praticato in un fluido (l’acqua) e questa sgrava i muscoli che lavorano del carico del peso corporeo.
Ora, la cosa potrebbe non sembrarti rilevante, ma il vero danno è che il lavoro in scarico può diminuire sostanzialmente la densità ossea di chi lo pratica, indebolendo quindi lo scheletro (non per niente i nuotatori sono tra gli sportivi con la più bassa densità ossea).
Questo è un problema per lo scheletro di un organismo in via di sviluppo come quello di un bambino o di un ragazzino che subisce grandi stress dovuti alla crescita.
L’unico modo per preservare e aumentare la densità ossea (e rinforzare lo scheletro) per un ragazzino è quello di eseguire esercizi di forza attraverso la ginnastica a carico naturale (quindi con il peso del corpo). Questa tipologia di esercizi può far aumentare la densità ossea fino al 5%.
In conclusione certamente il nuoto è uno sport meraviglioso, intenso, utile che dà molto a chi lo pratica. È inoltre un’attività molto importante che tutti dovrebbe saper fare anche solo per la propria sicurezza.
È però giunto il momento di considerarlo come quello che è: un sport come tanti, con i suoi pregi ed i suoi difetti e non lo sport in grado di curare tutti i mali e certamente non lo sport più adatto per un bambino in via di sviluppo in quanto presenta gravi lacune che vanno poi colmate con altre attività sportive.