Il karate non è solo una serie di movimenti e tecniche da memorizzare; è una vera e propria arte che richiede impegno, dedizione e soprattutto passione. E qui sta il punto cruciale: non si può apprendere il karate se non si è veramente motivati.
Il dojo: non un luogo per tutti
Durante le mie giornate al dojo, incontro molti tipi di allievi. Tra questi, ci sono quelli che mi preoccupano di più: gli allievi “cattivi”. Non perché non siano in grado di eseguire un kata o una mawashi-geri, ma perché semplicemente non hanno voglia d’imparare.
Questi sono gli allievi che non si impegnano neanche nei riscaldamenti, arrivano tardi e sembrano frequentare il dojo solo per occupare il tempo. Questo comportamento non solo è rispettoso nei confronti di chi insegna e degli altri allievi, ma è anche controproducente per loro stessi.
Un insegnante non è un mago
Spesso si dice che non esistono cattivi allievi, solo cattivi maestri. Ma, onestamente, non sono del tutto d’accordo. Anche il più appassionato e paziente degli insegnanti non può infondere interesse e amore per il karate in qualcuno che non vuole realmente imparare.
Questo mi porta a riflettere su un altro aspetto importante: la selezione degli allievi. In un mondo ideale, ogni maestro dovrebbe avere la libertà e la capacità di scegliere i suoi allievi, concentrando le proprie energie su coloro che mostrano un vero interesse e una determinazione senza eguali.
Il karate è una disciplina che richiede una dedizione totale. Non è un hobby che si può prendere e lasciare a piacimento. Se decidi di intraprendere questo cammino, devi essere pronto a immergerti completamente, a mettere il cuore in quello che fai.
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