“Mi hanno detto che in 3 mesi posso ottenere dei risultati importanti con il karate.”
“In 4 mesi ho dato l’esame da cintura gialla e ho fatto la mia prima gara di kumite!”
Questo è il “karate fast food” figlio dei tempi in cui viviamo e di alcune storpiature che la nostra società ci ha fatto assimilare.
La gratificazione istantanea, l’incapacità di concentrarsi a lungo, il non saper più provare soddisfazione per costruire qualcosa di grande e che richiede impegno sono un cancro che ha attaccato ogni aspetto della nostra vita e da cui il karate non si è salvato.
Sono sempre di più i maestri che promettono o fanno ottenere risultati (scadenti) in poco tempo. Ma il karate non dovrebbe farsi divorare da questo approccio alle cose. Il karate dovrebbe essere un vaccino a questo di approccio alle cose.
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