Immagina per un momento di scoprire che il tuo stile preferito di karate, quello che hai sempre ritenuto puro e tradizionale, è in realtà frutto di adattamenti e influenze esterne. Questo è il caso del karate shotokan, che, nonostante la sua fama, nasconde una storia di modifiche e malintesi che risalgono ai tempi del Giappone del 1929.
Le vere origini del karate
Contrariamente a quanto molti credono, il karate non è originario del Giappone ma di Okinawa, e le sue radici sono profondamente intrecciate con la cultura cinese. Gichin Funakoshi, il fondatore del karate shotokan, portò questa arte marziale in Giappone, dove subì importanti cambiamenti per adattarsi ai gusti e alle aspettative giapponesi. Il termine “shotokan”, che significa “la casa di Shoto” (Shoto era il nome d’arte di Funakoshi), simboleggia questa transizione verso uno stile formalizzato e codificato.
L’impatto di Yoshitaka Funakoshi
Il cambiamento più significativo avvenne sotto la guida di Yoshitaka Funakoshi, il figlio di Gichin. Yoshitaka introdusse modifiche radicali allo stile, come l’uso estensivo del kumite (combattimento) e posizioni molto più ampie e profonde. Queste novità, pur aumentando l’efficacia marziale dello shotokan, portarono anche a conseguenze fisiche a lungo termine, tra cui problemi alle anche per molti praticanti anziani.
Uno stile in evoluzione
Lo shotokan che conosciamo oggi è molto diverso da quello originale di Okinawa. La sua trasformazione è stata guidata non solo dalla necessità di adattamento culturale ma anche dall’ambizione di distinguersi come una forma di karate unica e riconoscibile a livello internazionale.
La popolarità dello shotokan
Nonostante le controversie sulla sua autenticità, lo shotokan rimane lo stile di karate più conosciuto e praticato al mondo. La sua diffusione è stata enormemente aiutata dalla sua inclusione nei media, nei film e attraverso il marketing efficace, soprattutto negli Stati Uniti durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il ruolo culturale del karate
Gichin Funakoshi fu un pioniere nel trasformare il karate in un veicolo per il miglioramento personale, aggiungendo al nome dell’arte marziale il suffisso “Do”, che significa “via” o “percorso”. Questo non solo elevò il karate da una mera pratica fisica a una disciplina spirituale e morale, ma contribuì anche a diffonderlo come una forma di crescita personale a livello globale.
Verso un futuro aperto
È essenziale, tuttavia, non cristallizzare lo shotokan o qualsiasi forma di karate in una reliquia del passato. Invece, dovremmo essere aperti alle innovazioni e adattamenti che rispondono alle esigenze contemporanee. Il karate deve evolversi, mantenendo le sue radici ma anche rispondendo attivamente ai cambiamenti della società.
Conclusione
Il karate è più di una serie di movimenti e tecniche; è una filosofia di vita. Non farti coinvolgere nelle dispute su quale stile sia il più autentico o tradizionale. La qualità di ciò che apprendi e come lo applichi nella tua vita quotidiana è ciò che conta davvero.
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