Quando trovo un post di approfondimento un un blog sul karate mi trovo spesso davanti a un muro di test scritto in un’ “antilingua” che anziché avvicinare i lettori li tiene a timorosa di stanza.
L’intento degli autori di questi post è quello di nobilitare l’argomento di cui trattano, renderlo più aulico e serio, ma realtà lo caricano di manierismi dal sapore di naftalina che rendono la fruizione di quel contenuto caustico.
Sono occasioni perse.
Abbiamo bisogno di un karate che parli alle persone e le faccia avvicinare. Abbiamo bisogno di fare l’esatto contrario di quello che fanno i miei illustri colleghi.
Altrimenti renderemo la nostra raffinata arte un pezzo da musei impolverato e pieno di ragnatele.
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