Come il karate può rinascere grazie a un ambiente fertile

Il karate ha una storia ricca e complessa, ma ciò che spesso manca nel panorama moderno è un ambiente stimolante, fertile, capace di favorire la crescita e lo scambio tra praticanti. E proprio questo è il tema che mi preme affrontare oggi: l’importanza dell’ambiente nel karate e come possiamo, insieme, dare vita a una nuova era di fratellanza e collaborazione.

Hai mai notato come certi periodi storici siano stati incredibilmente prolifici in termini di creatività e innovazione? Pensa alla Belle Époque, dove artisti e intellettuali si incontravano nei caffè parigini per discutere, ispirarsi e contaminarsi a vicenda. Oppure alla Lost Generation, quella comunità di scrittori e artisti che trovavano rifugio nel salotto di Gertrude Stein. Questi momenti di esplosione creativa non sono nati dal nulla, ma da un ambiente fertile che permetteva lo scambio di idee, il confronto e la crescita collettiva.

La stessa cosa, se ci pensi, è successa nel karate.

Nei primi anni del Novecento, quando il karate è stato riconosciuto come disciplina giapponese e integrato nel budo moderno, abbiamo assistito alla nascita di stili che pratichiamo ancora oggi: Shotokan, Shito-ryu, Goju-ryu. Ma cosa ha permesso questa esplosione di vitalità? L’ambiente, senza dubbio. C’era un terreno fertile, un contesto culturale e sociale che favoriva lo scambio e l’innovazione.

E oggi? Beh, mi dispiace dirlo, ma quell’ambiente sembra essersi perso. Spesso, il karate è diventato un campo di battaglia dove maestri e allievi competono per dimostrare chi è il migliore, chi ha il grado più alto o il riconoscimento più prestigioso.

Ma ti dico una cosa: da soli non possiamo fare nulla. Per quanto geniali possiamo essere, senza un ambiente che favorisca lo scambio e la collaborazione, siamo destinati a rimanere fermi. Ed è qui che entra in gioco il mio sogno, un sogno che voglio condividere con te.

Il sogno di una fratellanza karateka

Immagina una comunità dove non ci sono prime donne, dove non c’è competizione sterile, ma solo voglia di crescere insieme. Una comunità di “pirati del karate”, come mi piace chiamarla, dove ci si unisce per praticare e migliorarsi reciprocamente, senza badare ai formalismi, alle gerarchie inutili e alle lotte di potere. Questa è l’idea alla base della nostra “Repubblica indipendente”, una fratellanza di karateka che vogliono tornare alle radici della disciplina, senza lasciarsi intrappolare dalle dinamiche federali e burocratiche che spesso soffocano la passione.

Ma come possiamo realizzare tutto questo? Il primo passo è unirci, creare una rete di persone che condividono questo stesso sogno. È da qui che nasce la mia community su Telegram, un gruppo aperto a chiunque voglia confrontarsi, discutere e crescere insieme. Non importa se sei un principiante o un veterano: quello che conta è la voglia di partecipare, di portare il tuo contributo e di essere parte di qualcosa di più grande.

Ho deciso di fare un passo indietro e tornare a concentrarmi su ciò che veramente conta per me: il podcast e la community. Ho ceduto per un po’ alla tentazione di creare contenuti video, ma mi sono reso conto che il formato audio è quello che mi permette di comunicare meglio con voi. Nel podcast possiamo sederci idealmente insieme, con una tazza di tè o una birra, e discutere di karate come si fa tra amici, senza fretta e senza superficialità.

Il potere dello scambio e della contaminazione

Se c’è una cosa che ho imparato nella mia esperienza, è che la vera crescita avviene attraverso lo scambio e la contaminazione. E questo è esattamente ciò che voglio ricreare nella nostra comunità. Quando ero un giovane praticante, ho avuto la fortuna di far parte di un ambiente del genere, sotto la guida dei miei maestri nella FESIK Piemonte. Lì ho vissuto un periodo di grande crescita personale e collettiva, grazie alla possibilità di confrontarmi con altri stili, di sperimentare e di imparare da tutti, senza pregiudizi o competizioni sterili.

Purtroppo, un ambiente del genere è raro nel karate di oggi. Ma questo non significa che non possiamo crearne uno noi, insieme. Anzi, sono convinto che possiamo farlo, e che la nostra “Repubblica dei pirati del karate” possa diventare un luogo di crescita e di scambio per tutti quelli che, come me, credono ancora nel potenziale di questa disciplina.

Tocca a te

Quindi, cosa puoi fare tu per far parte di questo sogno? Beh, il primo passo è semplice: unisciti alla nostra community su Telegram. Lì potrai confrontarti con altri praticanti, condividere le tue esperienze, fare domande e, soprattutto, sentirti parte di una fratellanza che ha come obiettivo comune la crescita e la pratica del karate in un ambiente fertile e stimolante.

Inoltre, ti invito a seguire il podcast, che esce ogni venerdì sera alle 18:30. Lì continueremo a discutere di karate, di tecnica, di preparazione atletica, ma anche di tutto ciò che ruota attorno alla pratica: l’importanza dell’ambiente, dello scambio e della crescita collettiva.

Infine, se vuoi davvero essere parte attiva di questa rivoluzione, iscriviti alla newsletter dei pirati del karate. Lì ti terrò aggiornato su tutti i progetti che stiamo sviluppando, dai seminari agli stage, fino agli eventi che organizzeremo per incontrarci e praticare insieme. È solo attraverso l’unione e la collaborazione che possiamo davvero far rinascere il nostro amato karate.

Non aspettare, fai il primo passo oggi. Unisciti alla nostra comunità, condividi il tuo sogno con noi e insieme faremo crescere il karate in un ambiente nuovo, fertile e stimolante.

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Eugenio

Dal 2009 Eugenio Credidio contrabbanda karate autentico ad Alessandria e nel web e insegna a riconoscere, prevenire e combattere la violenza. Oltre al sui dojo di Alessandria gestisce il canale YouTube di karate tradizionale più seguito d'Italia. Ha ideato il metodo di autodifesa Urban Budo che è stato riconosciuto dal CONI nel 2019. Nel 2013 ha pubblicato assieme al Maestro Balzarro, "On the road" per la OM edizioni e, nel 2020, "Passeggiando per la Via - Storia, riti e gesti del karate".

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