Oggi voglio saldare un debito che ho contratto tempo fa con un membro della nostra fantastica community. Davide mi ha posto una domanda davvero interessante: “Eugenio, come si può programmare e distribuire la programmazione tecnica e la preparazione fisica degli allievi?”
Molti di voi insegnano o si allenano da soli a casa. Quindi credo che analizzare come trovare un equilibrio tra preparazione fisica e tecnica possa offrire spunti di grande interesse.
Il karate da solo senza una parte ben fatta di preparazione atletica specifica non è sufficientemente allenamente.
Questa domanda porta con sé molteplici sfide, a partire dal tempo e le risorse a disposizione. Allenare tecnicamente senza una solida base fisica non porta ai risultati desiderati. Molti ancora oggi si affidano solo all’allenamento tecnico, ma questo approccio non è più sufficiente.
Uno dei fattori più limitanti è il tempo. Immagina di avere solo due o tre allenamenti settimanali di un’ora ciascuno; il tempo è certamente risicato. Per un’efficace preparazione fisica servono almeno 45-60 minuti, incluso il riscaldamento che ne richiede già 12-15 minuti.
La gestione dello spazio e delle attrezzature rappresenta un’altra sfida. Alcuni metodi richiedono attrezzature specifiche come tapis roulant o vogatori per lavorare adeguatamente sull’aspetto metabolico. Tuttavia, con creatività si possono ottenere risultati anche senza attrezzature complesse, tuttavia le opzioni sono più limitate.
Nel corso degli anni ho sviluppato uno schema flessibile che varia in base alla stagione. All’inizio della stagione mi concentro maggiormente sulla preparazione fisica per costruire una solida base. Man mano che si avanza, l’accento si sposta verso l’allenamento tecnico fino a ridursi al solo riscaldamento verso la fine.

Questo approccio non solo ottimizza il tempo disponibile ma permette anche di adattarsi alle condizioni specifiche delle diverse fasi dell’anno. È un metodo in continua evoluzione che mi consente di migliorare costantemente l’efficacia degli allenamenti per i miei allievi.
In questa puntata:
Strategie di allenamento nel tempo
Il mio approccio non è rigido e può variare in base a diversi fattori, come il numero di allievi e la loro frequenza, ma in generale, seguo una struttura che mi permette di bilanciare efficacemente la preparazione fisica e tecnica.
All’inizio della stagione, tra settembre e dicembre, dedico circa il 70% del tempo alla preparazione fisica e il 30% all’allenamento tecnico. Questo permette agli allievi di costruire una solida base fisica che è essenziale per migliorare la tecnica.
“Io a inizio stagione creo una base molto forte man mano vado a diminuire fino ad arrivare a pareggiare.”
Durante l’anno, l’equilibrio si sposta gradualmente. Dopo il periodo iniziale, passo ad un bilanciamento del 50-50 tra gennaio e marzo. Poi, verso aprile e maggio, la parte fisica si riduce al 30% per dare più spazio alla tecnica che arriva al 70%. Infine, a giugno l’allenamento è principalmente tecnico con un rapporto di 80% tecnica e solo il 20% preparazione fisica.

Naturalmente, questa è solo una mia scelta personale e non un approccio universale. L’importante è avere sempre un “perché” chiaro dietro ogni decisione. Io credo fermamente che una buona preparazione fisica migliori lo stato di salute generale delle persone.
L’allenamento tecnico è fondamentale ma avere una buona base fisica crea i prerequisiti per un allenamento tecnico più efficace. Questo metodo mi permette anche di adattarmi alle esigenze specifiche del mio gruppo di allievi.
In conclusione, la chiave è trovare l’equilibrio giusto tra preparazione fisica e tecnica in base ai tuoi obiettivi personali. Questa è la mia filosofia: condivisibile o meno, ognuno può adattarla al proprio percorso.
Ottimizzare l’allenamento in spazi limitati
Allenarsi in lassi di tempo limitati e con poco tempo a disposizione può essere una vera sfida, ma con qualche accorgimento si può ottenere un allenamento efficace. Quando si ha solo un’ora, diventa essenziale ottimizzare ogni minuto.
“Nel momento in cui abbiamo solo un’ora non è che abbiamo molto da lavorare.”
Ho spesso pensato che se potessi organizzare meglio la durata e la struttura delle sessioni, potrei ottenere risultati migliori. L’idea di dedicare 30 minuti alla preparazione fisica e il resto alla parte tecnica può sembrare una “figata pazzesca”, ma non è sempre il massimo.
Le sfide dell’allenamento limitato da Tempo e Spazio
Lavorare in un tempo limitato richiede creatività ed ingegno . La preparazione fisica deve essere ben calibrata per non esaurire le energie necessarie per l’allenamento tecnico. Dopo circa 15 minuti di riscaldamento, cruciale per preparare il corpo all’attività tecnica più intensa che segue, si inizia già a sentire la stanchezza, anche se non ce ne accorgiamo subito. Esagerando con la preparazione fisica prima della parte tecnica, si rischia di compromettere l’efficacia dell’allenamento stesso.
Adattare l’allenamento alle risorse disponibili
Ho sperimentato vari approcci, come alternare la sequenza dell’allenamento tecnico e fisico, ma nessuno sembra essere perfetto. L’obiettivo sarebbe poter separare completamente le sessioni tecniche da quelle fisiche, magari organizzando quattro allenamenti settimanali: due dedicati alla tecnica e due alla preparazione fisica.
In caso contrario, consiglio di iniziare l’anno con una maggiore enfasi sulla preparazione fisica per poi bilanciare le cose gradualmente a favore della tecnica man mano che la stagione avanza.
Cosa porta un karateka praticante Shotokan a dedicarsi alla difesa personale?
La domanda di Michele porta a una riflessione profonda sulla difesa personale, soprattutto per un praticante di karate Shotokan. Iniziando dal mio percorso: posso dire che la mia curiosità verso la difesa personale è nata quando ero giovane. All’inizio, mi sembrava che nel karate mancassero alcuni elementi essenziali. Fortunatamente, il mio primo maestro insegnava sia karate che jujitsu giapponese, il che mi ha permesso di ampliare i miei orizzonti verso altre discipline.
L’integrazione di Metodi Moderni
Con il tempo, ho iniziato a esplorare metodologie più moderne come il Kaysi Fighting Method. Questo approccio mi ha aperto gli occhi sulla necessità di tecniche applicabili in contesti reali come situazioni di stress e aggressioni multiple. Ho capito che molte tecniche del karate Shotokan funzionano bene in teoria ma richiedono adattamenti per essere efficaci in strada.
La Difesa Personale Femminile
Un altro aspetto che mi ha spinto a esplorare la difesa personale è stata la responsabilità verso i miei studenti, in particolare le allieve. Mi sono chiesto se le tecniche insegnate fossero davvero efficaci e ho iniziato a sviluppare un metodo chiamato “Donna Sicura” insieme a mia moglie.
L’importanza dell’Adattamento delle Tecniche
È fondamentale adattare le tecniche del dojo al contesto esterno. Gli stili come il Gojuryu e il Kyokushin sono più pratici per la strada, ma anche nello Shotokan ci sono delle basi solide. Tuttavia, senza l’adattamento al contesto reale, nessun’arte marziale è sufficiente da sola.
In conclusione, l’adattamento delle discipline marziali al mondo reale è cruciale per una difesa personale efficace. Questo non significa sminuire il valore del karate o dello Shotokan ma sottolinea l’importanza dell’applicabilità pratica delle tecniche apprese nel dojo.
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