Quest’anno ho avuto l’opportunità di seguire un piccolo gruppo di agonisti nel mio dojo. Tre cinture tra la marrone e la nera hanno partecipato a questa esperienza, che sotto molti aspetti è stata estremamente arricchente per tutti noi. Tuttavia, dal punto di vista strettamente tecnico del karate e dell’apprendimento dei kata, è stata una sfida devastante. Vorrei spiegarti il perché attraverso un collegamento interessante con un libro meraviglioso: Fahrenheit 451.
La preparazione atletica specifica per i kata
Con i miei ragazzi, abbiamo iniziato un percorso intensivo di preparazione per i kata, basato sui dettami delle scienze motorie e del metodo scientifico. Ogni atleta ha seguito un programma di allenamento personalizzato, costruito sulle caratteristiche specifiche del modello prestativo dei kata. Questo approccio ci ha permesso di raccogliere molti dati interessanti che vorrei condividere con te in futuro.
L’esperienza è stata positiva perché ha costretto sia me che i miei allievi a uscire dalla nostra zona di comfort. Competere davanti agli arbitri non è stato facile, ma ha insegnato loro (e a me) l’importanza di mettersi in gioco e affrontare nuove sfide.
La pressione d’imparare troppo in fretta
Tuttavia, il lato negativo di questa esperienza è stato dover imparare troppi kata in un breve lasso di tempo. In circa un anno e mezzo, abbiamo affrontato sette kata: Bassai Dai, Jion, Kankudai, Empi, Nijushio, Gojushosho e Kankusho. Questa pressione ha reso l’apprendimento dei kata una mera esecuzione coreografica, priva di profondità e significato.
Imparare un kata non è solo una questione di memorizzare una serie di movimenti. È un processo che richiede tempo, riflessione e comprensione. Il kata è un prodotto di qualità con uno spessore che va esplorato, come suggerisce Fahrenheit 451.
Il valore del tempo per riflettere
Nel libro di Ray Bradbury, la società è immersa in una realtà dominata da schermi e programmi radio, progettati per impedire alle persone di pensare e riflettere. Allo stesso modo, il nostro approccio all’apprendimento dei kata in questo periodo è stato frenetico e superficiale. Non abbiamo avuto il tempo di fermarci, riflettere e comprendere veramente i movimenti e i principi alla base dei kata.
La riflessione è fondamentale per l’apprendimento profondo. Senza di essa, il kata diventa una semplice sequenza di movimenti privi di significato, proprio come le vite vuote e insoddisfatte descritte in Fahrenheit 451.
Tornare a un approccio più tradizionale
Questo periodo mi ha fatto capire l’importanza di un approccio più tradizionale all’insegnamento del karate. Imparare i kata dovrebbe essere un processo graduale, che permette agli allievi di assorbire e interiorizzare ogni movimento. Solo così il kata può diventare una parte integrante del loro percorso di apprendimento e trasformazione personale.
D’ora in poi, mi rifiuterò di insegnare così tanti kata in così poco tempo. Voglio che i miei allievi abbiano il tempo di esplorare ogni aspetto del kata, di interrogarlo e di permettere che questo processo li trasformi.
Riflessioni finali e invito all’azione
In conclusione, la mia esperienza con l’agonismo nel dojo è stata un viaggio ricco di lezioni preziose. Ho imparato l’importanza del tempo per riflettere e comprendere veramente i kata. Se sei un praticante di karate, ti incoraggio a prenderti il tempo necessario per esplorare ogni aspetto del tuo allenamento. Non lasciarti travolgere dalla pressione di imparare troppo in fretta.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi. Sentiti libero di inviarmi le tue domande o riflessioni sul mio account Telegram personale, Sensei Eugenio.
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